Secondo ANFFAS il modello attuale dei servizi, basato su un approccio meramente protezionistico, non è stato in grado di rispondere ai bisogni delle persone con disabilità né di adattarsi alle nuove ed emergenti necessità derivanti dall’emergenza sanitaria
L’Assemblea Nazionale Anffas, svoltasi il 3 luglio in modalità online, ha elaborato e approvato una mozione che è stata inviata nella giornata di ieri al Premier Conte a cui Anffas si è rivolta per “ribadire che non è più possibile attendere oltre rispetto alle tante criticità, aggravate dalla pandemia in atto, che si trascinano irrisolte ormai da troppo tempo”.
LA PANDEMIA HA EVIDENZIATO PROBLEMI PREESISTENTI
Secondo ANFFAS la pandemia è stata una miccia che ha dato fuoco a polveri già esplosive, riguardo alla condizione delle persone con disabilità in Italia: “La pandemia non ha fatto altro, infatti, che portare ai livelli massimi quanto Anffas da sempre denuncia, ossia che le persone con disabilità, in particolare intellettive e con disturbi del neurosviluppo, le loro famiglie e le tante associazioni e federazioni che le sostengono e supportano ogni giorno (supplendo alle mancanze delle Istituzioni competenti), sono lasciate da sole ad affrontare tutte le gravi difficoltà con cui si interfacciano”.
IL PROBLEMA DI UN SISTEMA CHE NON FUNZIONA
Secondo l’ANFFAS il “Covid-19” ha evidenziato in maniera netta e palese un sistema che non funziona, che non è in grado di prendersi cura e carico dei cittadini con disabilità e dei loro familiari, un sistema ancorato a vecchi paradigmi e sistemi di protezione che non rispecchiano quanto indicato dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che ricordiamo essere legge in Italia da più di dieci anni.
RISCHIO DI REGRESSIONE PER LE PERSONE DISABILI
E purtroppo, passata la tempesta, la situazione non è detto che migliori:“Dopo tutto quello che le nostre persone, le nostre famiglie e le nostre associazioni hanno patito in questi lunghi mesi” dichiara Roberto Speziale – presidente nazionale di Anffas – “le famiglie sono allo stremo e le persone con disabilità stanno perfino rischiando di regredire, vanificando anni ed anni di duro lavoro; non sono più accettabili ritardi nel dare concreta attuazione alle tante leggi che Anffas ha contribuito a far emanare e non si può consentire che, ai vari livelli, ci sia addirittura un minimo parziale utilizzo, se non addirittura cattivo utilizzo, delle risorse (poche) che con grande impegno e fatica si riesce comunque a far allocare sui vari fondi e capitoli di spesa: le persone con disabilità ed i loro familiari, anche nel momento di massima emergenza sanitaria, sono stati completamente abbandonati. Per questo l’Assemblea Nazionale Anffas ha lanciato un forte appello affinché questa situazione non abbia mai più a ripetersi, tenendo conto anche della situazione di imprevedibilità ed incertezza dovuta all’andamento del virus”.
LE RICHIESTE DELL’ANFFAS
Numerose quindi le richieste che l’ANFFAS avanza nella sua mozione. Tra queste:
– che si metta mano all’emanazione dei LEP (Livelli essenziali degli interventi e delle prestazioni sociali), con un apposito finanziamento statale di almeno 5 miliardi a cui si aggiunge altrettanta somma già in atto messa a disposizione da Regioni ed Enti Locali;
– si provveda all’innalzamento delle indennità e delle pensioni per le tutte le persone con disabilità, tali da superare almeno la soglia di povertà;
– si adotti urgentemente una legge che riconosca e sostenga il ruolo dei caregiver familiari;
– si predisponga un’apposita legge che abroghi gli istituti dell’interdizione e dell’inabilitazione, previo rafforzamento della legge sull’amministrazione di sostegno;
– si adotti un nuovo sistema di riconoscimento e valutazione e definizione di disabilità e di persona con disabilità (abrogando ogni altra obsoleta dicitura);
– si provveda a realizzare una idonea rete di infrastrutturazione sociale e norme atte a sostenere il diritto delle persone con disabilità ad ottenere il proprio progetto individuale e personalizzato di vita ed il proprio “budget di progetto/salute”;
– si provveda a garantire anche alle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo il diritto al voto supportato in cabina ed i giusti sostegni nei processi decisionali, anche supportati, nonché informazioni accessibili in formato facile da leggere e da capire”.
Non si tratta di un “libro dei sogni”: l’auspicio di Anffas è che le “richieste non cadano nel vuoto o restino su carta perché le leggi a cui fanno riferimento sono reali e perché reali sono le persone con disabilità, le loro famiglie, gli operatori, le associazioni”.
COSTRUIRE UN NUOVO WELFARE PER IL POST PANDEMIA
In chiusura, ANFFAS auspica che la pandemia sia anche un momento che contribuisca a mettere un punto a ciò che era preesistente e ripartire con un sistema rinnovato: “è necessario fare “prove di futuro” di un futuro che non si limiti a ripristinare la situazione ante-pandemia ma che contribuisca a costruire un nuovo welfare partendo da un modello di sviluppo equo, inclusivo e sostenibile, così come indicato anche dalle Nazioni Unite negli Obiettivi 2030 e dove finalmente i diritti delle persone con disabilità ed i connessi servizi siano resi, a tutti i livelli, concretamente esigibili e considerati a tutti gli effetti livelli di intervento e servizi essenziali inderogabili da garantire in modo omogeneo sull’intero territorio nazionale“.
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Redazione