Casa per disabili Marco Simoncelli: un altro traguardo da festeggiare

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Finalmente è stata inaugurata anche per servizio notturno la casa Marco Simoncelli per i disabili e dedicata alla memodia del campione di moto morto prematuramente durante una gara nel 2011.

Nove anni fa, nel 2011, durante una gara a Sepang, in Malesia, morì il campione di motociclismo Marco Simoncelli, molto amato dai fan e ancora giovanissimo. In sua memoria il padre Paolo, ha voluto creare la Casa Marco Simoncelli, dedicata ai disabili.

Centro per disabili dedicato alla memoria di Marco Simoncelli

Con un lungo messaggio su Instagram Paolo Simoncelli, padre del campione di moto Gb Marco Simoncelli, prematuramente scomparso, ha annunciato che la casa per disabili dedicata alla memoria del figlio, funziona anche di notte. Ecco alcune frasi del lungo post: “sto tornando a casa per la solita strada che si snoda fra le colline di Coriano e mentre sono intento ad osservare lo splendido paesaggio che offre questo percorso una cosa attira la mia attenzione. Passando davanti a “Casa Marco Simoncelli” il centro diurno che abbiamo costruito in questi ultimi anni, noto una luce accesa all’ interno della casa”.

Il racconto è proseguito con l’accoglienza riservatagli dai ragazzi che vivono in quella casa. Uno dei ragazzi di Montetauro, insieme alla persona che si occupa di loro 24 ore al giorno, l’ha salutato da una finestra segnalandogli che finalmente possono trascorrere anche la sera nella casa che, da gennaio 2019 è un centro diurno dedicato a famiglie che hanno persone con gravi difficoltà, che nel corso del tempo si è arricchito di camere e cucine per garantire un alloggio completo agli assistiti.

All’epoca, a inaugurare la struttura erano stati Kate Fretti, la fidanzata di Marco Simoncelli, papà Paolo e Mamma Rossella. La fondazione Marco Simoncelli si occupa di promuovere vari progetti di solidarietà per soggetti svantaggiati, intervenendo anche direttamente in situazioni di necessità. La Fondazione non opera solo in Italia, ma anche all’estero, in Burundi, in Repubblica Dominicana, nella Repubblica Democratica del Congo. Ritornando al messaggio di papà Paolo si intuisce il grande entusiasmo e orgoglio per il traguardo raggiunto di cui si parla anche sul Corriere.

 

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