Tony Rizzotto accusato di peculato: avrebbe sottratto 500 mila Euro all’ente per i disabili

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Grave accusa per l’ex leghista, Tony Rizzotto: il deputato regionale ed il suo collaboratore, Alessandro Giammona, avrebbero sottratto 500 mila Euro ad un ente per disabili.

Tony Rizzotto accusato di peculato: rubati 500 mila Euro.

Le indagini per peculato

Un’indagine iniziata nel 2017, quando degli ex dipendenti dell’Isfordd, l’Istituto formativo che si occupa di disabili e disadattati sociali, hanno denunciato comporamenti illeciti.

Come riporta anche Palermotoday, gli ex dipendenti avrebbero segnalato irregolarità nella gestione dei fondi indirizzati all’ente. Nello specifico, un’ingente somma di denaro destinata ai corsi di formazione per i disabili sarebbe stata indebitamente trasferita su altri conti. I soldi sarebbero andati a Tony Rizzotto e ad Alessandro Giammona, collaboratore dell’ex deputato regionale e responsabile esterno delle operazioni.

Per i due è scattata quindi l’accusa di peculato e sono stati preventivamente sequestrati 500 mila Euro. La Guardia di Finanza ritiene sia proprio la somma sottratta all’Isfordd.

Sequestrati 500 mila Euro

L’ente che si occupa dei disabili aveva ottenuto dei finanziamenti pubblici dal dipartimento dell’Istruzione, oltre a dei fondi per dei percorsi formativi a favore dei suoi beneficiare.

Una cifra di oltre 1.500.000 Euro che l’accusa addebita all’ex deputato Rizzotto e al suo braccio destro, Giammona.

Inoltre, negli scorsi anni l’assessorato regionale aveva già effettuato dei controlli sui fondi destinati all’Isfordd. Le ispezioni erano arrivate in seguito ad alcune irregolarità riscontrate nei registri contabili.

Anomalie che avevano portato alla revoca dei finanziamenti. Dalle indagini delle Fiamme Gialle, sarebbe emerso che Rizzotto si sia appropriato di oltre 30 mila euro, tramite bonifici bancari.

Il responsabile esterno delle Relazioni si sarebbe indebitamente impossessato di oltre 400 mila Euro, somma che il collaboratore di Rizzotto avrebbe intascato grazie alle credenziali fornitegli dallo stesso deputato.

Il Giudice per le indagini preliminari ha confermato per i due l’accusa di peculato e disposto il sequestro preventivo di 500 mila Euro di beni.

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