Prato: professore licenziato solo perché è disabile

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La scuola pubblica che dovrebbe diffondere l’inclusione e favorire l’integrazione, ha appena licenziato un giovane professore solo perché è disabile. A ricevere questo provvedimento è stato Marco di Domenico, un docente affetto da miopatia muscolare, che ha dovuto lasciare provvisoriamente il suo amato lavoro e i suoi cari alunni

Tale notizia arriva da una denuncia riportata dall’insegnante pratese in un lungo post nel suo profilo Facebook, che ha reso pubblica questa sua triste esperienza. Il giovane professore aveva preso servizio, mediante un contratto a tempo determinato, il 13 settembre 2019 come supplente di sostegno presso la scuola media di primo grado di Prato. Marco doveva lavorare fino al 30 giugno in quanto si trattava di una supplenza annuale, ma la scorsa settimana ha subito il licenziamento: “La settimana scorsa mi hanno licenziato in tronco. Perché sono disabile e non posso seguire i ragazzini con disabilità che hanno il sostegno, per motivi di sicurezza, almeno cosi dicono”.

Per disposizione della preside, il docente si è sottoposto al giudizio della commissione medica di verifica (costituita da un consulente del Miur e tre medici del ministero delle Finanze), che ha dichiarato il professore inidoneo al sostegno, ma non all’insegnamento. Tale decisione sembra essere un controsenso per il coraggioso Marco, che non ha intenzione di arrendersi ma, al tempo stesso, non nasconde la sua stanchezza nel lottare contro un sistema che non permette di abbattere le frontiere della diversità

In una lunga intervista, il professore ha descritto la sua attuale posizione raccontando le difficoltà che deve affrontare in un ambiente che non permette alcuna possibilità di miglioramento: “Siccome sono precario non ho diritto ad essere assegnato ad un’altra mansione. Né ad avere il punteggio della supplenza per salire in graduatoria. Però posso fare l’insegnante curricolare. Se non fosse che, venendomi tolta la possibilità di fare punteggio con il sostegno, mi trovo ad avere uno svantaggio oggettivo rispetto ai colleghi normodotati, che nella mia stessa condizione lavorativa continuano a salire in graduatoria“.

Marco, nel lavorare come insegnante di sostegno, ha cominciato a capire fino in fondo l’importanza dell’inclusione sociale e dell’urgenza di liberare una realtà piena di pregiudizio. Molte strutture scolastiche non sono completamente libere dalle barriere architettoniche e i servizi per i disabili non risultano del tutto soddisfacenti. Sempre meno fondi vengono stanziati per i disabili, e per le loro famiglie, che continuano a vivere in condizioni marginali cosi da sentirsi costantemente soli.

 

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