I testi delle narrazioni sono accompagnati da prototipi realizzati ad hoc. Le illustrazioni rappresentano persone e dettagli dei passi narrati. La responsabile del Servizio pastorale, suor Veronica Donatello: “Strumenti per permettere una partecipazione attiva alla liturgia e alla catechesi alle persone con disabilità”
Gerusalemme, città rappresentata graficamente con il suo Gòlgota e, in cima, tre croci. Il volto di Cristo raffigurato con la rappresentazione del Pantocratore presente nel duomo di Monreale. Immagini che diventano prototipi individuati per comunicare episodi del Vangelo a persone con disabilità intellettiva, come bambini autistici o con paralisi cerebrali, e che trovano spazio in alcuni libri in simboli destinati alla catechesi.
A realizzarli è il Settore disabili dell’Ufficio catechistico nazionale della Cei, già al secondo step, che li ha pubblicati oggi sul proprio sito, nella Giornata internazionale delle persone con disabilità. Un lavoro, sviluppato nell’ultimo anno e durato diversi mesi, che ha portato alla narrazione, attraverso la comunicazione aumentativa alternativa (Caa), di alcuni brani biblici. Si tratta per lo più di parabole, come quella del seminatore, o di episodi come l’ingresso di Gesù a Gerusalemme nella Domenica delle Palme e l’ultima cena.
I testi delle narrazioni sono accompagnati da veri e propri prototipi, illustrazioni che rappresentano persone e dettagli di quei passi narrati.
Il primo passaggio di questo lavoro consiste nella semplificazione del testo biblico, attraverso una suddivisione in sequenze e una facilitazione della formula linguistica. Subito dopo, è stata realizzata la trasposizione dal codice alfabetico fonografico al codice in simboli e pittogrammi. È, in questa fase delicata, che si è riuscito a elaborarne i nuovi simboli con una valenza appropriata sia dal punto di vista biblico-catechetico sia sul versante metacognitivo.
Per sviluppare questo processo, alcuni specialisti di diverse disabilità, vari responsabili del settore riuniti in un “Tavolo dei linguaggi”, hanno lavorato assieme. E con loro, genitori, insegnanti, biblisti dell’Apostolato biblico, liturgisti e operatori pastorali.
Un lavoro corale che ha già dato come frutti alcuni testi che oggi ampliano la serie dei passi biblici tradotti. “Abbiamo cercato di far dialogare una lingua con l’altra in una prospettiva di inclusione, perché ogni persona con la propria disabilità potesse approcciarsi alla Parola di Dio – spiega la professoressa Fiorenza Pestelli, membro del gruppo nazionale di esperti del Settore catechesi disabili -. L’idea era quella di permettere la comprensione del testo biblico attraverso la creazione di uno spazio di comunicazione tra persone sorde, cieche e persone con la sindrome dello spettro autistico in modo da metterli in dialogo nonostante le disabilità diverse”. Il progetto è stato sviluppato in collaborazione anche con alcune diocesi che avevano già prodotto, a livello sperimentale, esperienze di traduzione di alcuni contenuti di catechesi e di narrazione biblica. “Vogliamo offrire gratuitamente questi strumenti per permettere una partecipazione attiva alla liturgia e alla catechesi alle persone con disabilità”, spiegano suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio pastorale per le persone con disabilità, e don Valentino Bulgarelli, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale.
Non basta abbattere le barriere architettoniche per permettere loro l’ingresso in chiesa o appendere simboli e usare degli strumenti pastorali, è necessaria la partecipazione alla vita della comunità che diventi protagonismo vero alla vita di fede”.
L’attenzione si è concentrata, in particolare, sui Vangeli e sulle parabole, perché “ci permettono una concretezza maggiore e importante per agganciare le persone con disabilità cognitive”, spiega Maria Grazie Fiore, esperta di comunicazione aumentativa alternativa. “Alcune delle illustrazioni che abbiamo utilizzato erano state già codificate da Arasaac, in altri casi abbiamo riscontrato la necessità di apportare delle modifiche, come è successo per distinguere il simbolo tra apostoli e discepoli, e soprattutto, in altri casi ancora, abbiamo ideato dei prototipi appositamente per esprimere alcuni passaggi del racconto biblico”.
Altri supporti simili sono stati già realizzati, negli anni precedenti, dal Settore catechesi delle persone disabili dell’Ufficio Cei, per le disabilità sensoriali e per la sindrome dello spettro autistico. Infatti, è stato tradotto, ad esempio, in lingua dei segni, grazie al supporto di alcuni video, il Vangelo di Marco e parte di quello di Luca. Sono stati realizzati diversi libri tattili sulle parabole e sul cammino verso la Pasqua. E anche un testo in simboli Caa per partecipare in modo attivo alla Messa. Adesso, in un giorno particolare per le persone con disabilità, arriva un nuovo strumento dedicato a loro perché, come ha detto Papa Francesco in occasione dell’udienza con i partecipanti al convegno per persone disabili promosso dalla Cei nel giugno 2016, “se tu vuoi fare la comunione, devi avere una preparazione; e se tu non capisci questa lingua, per esempio se sei sordo, devi avere la possibilità in quella parrocchia di prepararti con il linguaggio dei sordi”.
Fonte: Sir
Filippo Passantino
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