La sfida di Anna, disabile, sulla passerella di Miss Italia

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Sulla passerella, alle selezioni di Miss Italia, c’era anche lei: la bella Anna Adamo, 23 anni, grandi occhi verdi. E una diagnosi di tetraparesi spastica, dalla nascita. A una delle tappe intermedie del concorso, a Calvanico, piccola località del Salernitano, ha voluto dimostrare quello che sostiene da tanto tempo: la disabilità non è un limite (che è anche il titolo del suo libro, Europa Edizioni). Ci è andata – per ora – solo con questo scopo: «Ho subito comunicato di non voler essere in gara, perché so che altrimenti avrei messo in difficoltà la giuria. Magari mi avrebbero premiato per compassione», ha chiarito, parlando a Repubblica. «E invece no: io voglio essere quella donna che combatte per far sì che ai disabili vengano concesse le stesse opportunità dei normodotati».

Ha preso il coraggio a due mani: «Era da tempo che me lo dicevo: Anna, dai vai lì e presentati, dai, dai… poi però quando arrivava il momento di presentarmi al casting, ogni volta mi prendeva lo sconforto e rinunciavo, lasciavo perdere».

Domenica, invece, non ha esitato: sulla passerella di Calvanico ha voluto chiedere a Patrizia Mirigliani, patronne di Miss Italia, «di ammettere in gara anche ragazze con qualsiasi tipo di disabilità, comprese le ragazze in carrozzina. Perché la bellezza non risiede solo in un corpo perfetto e ci sono imperfezioni di una bellezza indescrivibile». E ancora: «Noi persone disabili, soprattutto noi donne, sappiamo dimostrarlo benissimo: bisogna solo metterci alla prova».

Le sfide hanno caratterizzato la sua vita, fin dall’inizio: nata da un parto gemellare complicato, Anna è sopravvissuta al fratellino, ma con una diagnosi difficile da accettare. Che, però, non è mai bastata a scoraggiarla o a impedirle di raggiunge gli obiettivi a cui tiene: gli studi universitari in Giurisprudenza, l’impegno in politica, le attività di sensibilizzazione per far sì che i disabili abbiamo le stesse opportunità di tutti gli altri.

«Non sono ipocrita: naturalmente non è facile convivere con una disabilità. Non lo è quando ci si guarda allo specchio, lo stesso specchio che non fa altro che mettere in risalto le gambe storte, i piedi troppo piccoli, mal definiti e tanto incapaci di eseguire un passo degno di questo nome, di indossare ciò che per una donna è sinonimo di femminilità indiscussa, ovvero un bel paio di scarpe con il tacco». Non è facile nemmeno quando si cammina per strada, «perché bisogna fare i conti con gli sguardi dei passanti carichi di pietà. Di compassione. Ma non c’è giorno in cui non mi impegni per far cambiare le cose».

Anna ha sfilato con la corona di Miss Italia, e «l’ho interpretato come un auspicio: forse a breve vedremo su quella passerella ragazze disabili. E chissà: probabilmente in futuro Miss Italia potrà essere una ragazza con disabilità».

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