Condividere un linguaggio non discriminatorio, che eviti pietismi ed espressioni di stupore quado si parla di persone con disabilità: è questo l’obiettivo del corso organizzato da Maria Chiara ed Elena Paolini, le sorelle in sedia a ruote note in rete come Witty Wheels
SENIGALLIA (Ancona) – “Noi persone in carrozzina (ma nessun tipo di disabilità è esente dal trattamento) siamo rappresentati, in ordine sparso, come: meritevoli di pietismo; più sensibili degli altri; resi acidi dalla nostra condizione; più sorridenti; spauracchi per i bipedi; esempi di vita per i non disabili; angioletti innocenti; bisognosi di tutto; impotenti (nel senso più ampio…); eroi. Una strana razza aliena, insomma, distinta dai ‘normali’”. Maria Chiara ed Elena Paolini, sorelle in sedia a ruote, attiviste per i diritti delle persone con disabilità e blogger – note come Witty Wheels – su questioni relative a disabilità e giustizia sociale, stereotipi e rappresentazione culturale della disabilità, hanno fissato questo messaggio nella parte alta della loro pagina Facebook.
Un messaggio, tuttavia, spesso inascoltato dai media: per questo, per il prossimo 21 settembre hanno organizzato, al palazzetto dello sport Baviera di Senigallia, il seminario “Disabilità e giornalismo: per un linguaggio non discriminatorio”, rivolto ai giornalisti (il corso è riconosciuto dall’Ordine dei giornalisti e dà diritto a 5 crediti, ndr) ma aperto a tutti (sarà tradotto in Lis). “Un corso – spiegano le ragazze – per capire come parlare di disabilità senza essere discriminatori. Vediamo che è un problema pressante dato che molto di ciò che riguarda le persone disabili viene riportato nei giornali con un linguaggio medicalizzante e abbastanza patetico”.
Tra i concetti che saranno sviluppati nel seminario, quello dell’inspiration porn, la pornografia motivazionale, come l’ha definita in occasione di un Ted talk l’attivista per i diritti delle persone con disabilità Stella Young. Dicesi inspiration pornquando si chiede a una persona con disabilità di raccontare la propria vita per ispirare gli altri, quando si fa credere che ogni cosa che fa una persona con disabilità sia eccezionale e da imitare. “Espressioni di stupore, parlando di disabilità, non hanno senso – continuano le Witty Wheels –. Speriamo che i giornalisti presenti torneranno a casa con qualche informazione in più. Il problema disabilità-linguaggio appropriato nasce forse dal fatto che nelle università o nei master per i giornalisti poco si parla di deontologia della disabilità, tanto meno con relatori disabili”. Più o meno, sostengono le sorelle, come accade per il mondo Lgbt e la violenza di genere: “Quando si parla di disabilità gli stereotipi e un linguaggio pietistico o comunque inadeguato sono la normalità sui media. Così come quando si parla delle persone transessuali emerge sempre un’ignoranza– e una resistenza a informarsi – profonda, tanto che alcuni articoli di giornale risultano offensivi”.
Relatrici del seminario, Maria Chiara, Elena e Benedetta Pintus, fondatrice del collettivo femminista Pasionaria.it e giornalista della rete Giulia (Giornaliste indipendenti, unite, libere e autonome), che si occupa di rappresentazione della realtà lontana dagli stereotipi e contrasto a un’informazione discriminante. (Camilla Di Pace)
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