Lei è in attesa di un trapianto di midollo, lui è epilettico e ha iniziato a lavorare da poco: “Ci serve un tetto, non so per quanto potrò ancora andare avanti”
“Siamo disperati, chiediamo solo di avere un posto dove poter dormire la notte, una casa”. Il grido di disperazione arriva da una coppia di 46enni, lei polesana, lui emiliano.
Lei ha un’invalidità all’80%, soffre di insufficienza renale ed altre patologie che la costringono su una sedia a rotelle. E a fine maggio deve sottoporsi a Faenza ad un delicato intervento al midollo.
Lui lavora da poche settimane a Badia, un’occupazione part time grazie alla legge sulle persone con disabilità, avendo problemi di epilessia. Ma non hanno un posto dove andare, perché lo stipendio arriverà solo fra alcuni giorni, e i pochi soldi a disposizione la coppia li deve spendere in medicine.
“Ora – dice la donna – non siamo più in grado di permetterci nemmeno un bed & breakfast. Siamo in mezzo alla strada”. E l’operazione al midollo è fra una ventina di giorni.
Le prossime notti proveranno a trascorrerle in qualche dormitorio. “Il problema – continua la donna – è che io soffro di patologie gravissime. Ho avuto embolia polmonare, insufficienza renale bilaterale grave, aneurisma, devo operarmi al midollo spinale. Passare una notte in mezzo alla strada o in auto potrebbe essere molto pericoloso”.
L’appello è dunque rivolto a istituzioni e politici, perché le condizioni della coppia, soprattutto di lei, sono davvero gravi. “Non chiediamo soldi o elemosina – ribadisce la donna – ma solo una casa dove trascorrere i giorni che mi separano dall’operazione al midollo”. Una vera emergenza.
La storia completa sulla Voce in edicola sabato 4 maggio
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