MODENA. È grande come un rossetto e persino più leggero il piccolo impianto che si mette a fianco degli occhiali per restituire ai ciechi la possibilità di leggere.
Dai cartelli degli autobus sino ai libri, i giornali e i computer, una piccola telecamera trasferisce l’immagine ai dispositivi interni che, in soli 22 grammi, riescono contemporaneamente a tradurre come uno scanner le parole in lettere e queste ultime in un sintetizzatore vocale che trasforma in audio il testo scritto.
Una delle prime presentazioni in Italia di questi dispositivi d i ultima generazione si è tenuta ieri a Modena grazie alla collaborazione tra Tiflosystem, la società padovana che commercializza i dispositivi, e “Telearancione”, un gruppo con sede a Spilamberto attivo nel sostegno a disabili, non vedenti e ipovedenti.
«Sono proprio questi ultimi ad aver avuto i benefici maggiori da questo beneficio – spiega Vittoria Fontanella della Tiflosystem – Per tutti loro basta guardare con gli occhiali il testo e puntarlo con un dito e immediatamente scatta il dispositivo che legge il testo. L’audio è incorporato con la microcamera». «Il grosso passo in avanti – spiega il suo collega Davide Cervellin – è stato quello dei tecnici israeliani della Orcam che hanno registrato il brevetto e ora sono parte del gigante Usa, la Intel. I loro ottimizzato le dimensioni per collegare il dispositivo agli occhiali. Viene naturale infatti dirigere il capo verso una pagina o uno schermo e quindi direzionare immediatamente l’attenzione sul testo prescelto».
E gli occhiali? In buona sostanza servono solo come supporto per la microcamera che, tra le varie funzioni, è anche in grado di memorizzare e riconoscere volti e oggetti, sempre con lo stesso microchip interno che fotografa le persone e permette di attribuire un nome a ognuno; in questo modo anche in un ambiente di lavoro i rapporti con i colleghi sono f acilitati.
I costi? Si va dai 2.900 euro per il modello con il collegamento via cavo ai 4.500 per l’esemplare più avanzato con il wifi e il sistema di riconoscimento facciale o degli oggetti.
Ora i distributori italiani cercano di spingere sulla casa madre per elaborare un modello intermedio, in grado di garantire la praticità del wifi con l’economicità di un microchip che si concentri sulle funzioni di s ola lettura. E dalle Ausl di alcune regioni cominciano ad arrivare i rimborsi per quest’apparecchiatura, ma in ordine sparso.
«L’ingegneria deve misurarsi con le sfide di una tecnologia a favore dei più deboli – affermano a una voce Oronzo Capriglia, fondatore del movimento per lo sport con i disabili, e Fausto Tacconi, suo braccio destro – Abbiamo già positivi riscontri con la facoltà di ingegneria della nostra università. Per chi ha gravi problemi di vista, 1.2 milioni di italiani, inizia una nuova era t ecnologica».
Saverio Cioce
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