Samuel, da Lucca al Quirinale per i disabili

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Lo studente del Fermi premiato da Mattarella per la sua attività contro le discriminazioni

di Luca Cinotti

Samuel Marchese con il Presidente Sergio Mattarella

LUCCA. L’anziano signore con i capelli bianchi si avvicina al ragazzo seduto, si inginocchia e guarda nello smartphone, pronto a posare per un . selfie. Scena che potrebbe sembrare normale non fosse che l’uomo con i capelli bianchi è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ragazzo è Samuel Marchese, 17enne originario di Siracusa ma ormai residente a Lucca che da anni sta portando avanti un’importante opera di sensibilizzazione sulla disabilità. E che proprio per questo ha ricevuto dalle mani del Capo dello Stato, al Quirinale, il titolo di “Alfiere della Repubblica”, l’onoreficenza che viene assegnata ai giovanissimi per premiare il merito nello studio, nelle attività culturali o scientifiche o, ancora, per l’impegno nel volontariato, nell’altruismo e nella solidarietà.

«È stata una grande emozione – racconta Samuel -: prima ci hanno telefonato per convocarci, poi il giorno prima è arrivato il telegramma. Non me l’aspettavo, mi sento davvero molto onorato».

Samuel arriva da Siracusa, ma da settembre 2015 abita nella nostra città dove frequente l’Istituto Fermi. E da tempo si impegna a sensibilizzare sui temi della disabilità e delle barriere architettoniche. Durante il periodo dell’Expo di Milano, ad esempio, aveva attraversato tutto il paese, dalla Sicilia a Milano, con la sua handbike.

«Ma non c’è solo questo – spiega Samuel -.Da molto tempo mi muovo in questo settore del socieale, ad esempio con convegni nelle scuole. Ne ho fatto uno anche proprio al Fermi: il tutto per mandare i miei messaggi, così comme avvenne anche attraverso l’Expo».

E i messaggi che Samuel vuole inviare sono semplici, quanto difficili da penetrare nella testa delle persone: «Voglio far capire che in realtà la disabilità non esiste, perché non è nella persona che viene chiamata “disabile”, ma diventa tale con le barriere architettoniche e mentali. E poi la forza non sta nei muscoli: la vita è una e anche chi si trova in una situazione di difficoltà deve essere in grado di affrontarla. Così come di entrare nel mondo dello sport».

Esattamente quello che ha fatto Samuel, scegliendo l’hand bike: «Per me lo sport è una palestra di vita. Ci insegna a vincere, ma soprattutto ad accettare la sconfitta. Ma la cosa più importante è che lo sport non è tanto una gara con gli altri, quanto con sé stessi: ci insegna ad andare oltre i propri limiti». Il lavoro da fare, però, è tanto. Perché non ci sono soltanto le barriere architettoniche, le scale e gli incivili che parcheggiano sugli “scivoli” dei marciapiede. Ancora peggiore, ancora più difficili da frantumare, sono le barriere che stanno nelle teste delle persone. Barriere che Samuel, nella sua vita, si è trovato a dover affrontare: «Quando stavo in Sicilia, e finché andavo alle elementari non c’erano grandi problemi, visto che le uscite le facevamo sempre insieme ai genitori. I problemi sono iniziati quando sono andato alle medie: chiedevo cosa facevano il sabato sera e mi rispondevano “non usciamo”. Poi il giorno dopo vedevo le loro foto in pizzeria su Facebook. E questo mi faceva male, molto male». Ora le cose vanno meglio. Samuel ha un gruppo di amici con i quali esce regolarmente e, anzi, sono proprio loro a chiamarlo. Dove invece ci sarebbe da intervenire, nella nostra città, è proprio sulle barriere strutturali: «Devo dire che purtroppo questo per Lucca è un tasto dolente. E lo vedo proprio quando esco il sabato sera insieme agli amici: i locali sono praticamente tutti con i gradini e senza scivoli per noi disabili. Poi c’è la questione dei marciapiede. Non capisco come mai su tanti, anziché l’asfalto, c’è il ghiaino, che crea molti problemi a chi utilizza la carrozzina. Oltre a questo, mancano gli “scivoli” e a volte, quando ci sono, vengono occupati da automobili in sosta vietata. Dobbiamo renderci conto che una città non è bella soltanto per i monumenti che custodisce, ma anche per quanto questi monumenti sono accessibili a tutti i cittadini». Tante difficoltà, che Samuel vuole affrontare e aiutare a superare. Non solo per sé, ma anche per tanti altri che si trovano nella sua situazione. E per far questo, anche insieme all’associazione “Astrea, in memoria di Stefano Biondo”, ha già in programma un paio di appuntamenti importanti. «Innanzitutto – spiega – nella prossima primavera parteciperò al giro d’Italia in handbike. Poi sto lavorando per un progetto in estate (quella

del 2017 o quella del 2018) per partire da Mosca e, attraverso le capitali europee, arrivare fino a Strasburgo, all’Europarlamento». Perché le barriere, quelle fisiche e quelle mentali, si abbattono anche così: parlando dei problemi e facendo testimonianza

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