La ex Provincia non ha i soldi per garantire le attività aggiuntive per i prossimi mesi.
Le famiglie denunciano anche la sospensione parziale del trasporto scolastico e promettono battaglia legale con richieste di risarcimento danni
di GRAZIA LA PAGLIA
Sono pronti a fare ricorso al Tar i genitori degli studenti diversamente abili di Palermo che anche nei prossimi due mesi non potranno avere servizi pomeridiani. Ancora una volta, e a partire da oggi, alcuni servizi non saranno garantiti. “Convitto, seminconvitto, attività integrata extrascolastica con lezioni sul linguaggio dei segni e per comprendere quello Braille sono essenziali per i nostri ragazzi che, altrimenti, rischiano la bocciatura” dice Tommaso di Gesaro, presidente dell’Unione ciechi e ipovedenti che già nei mesi scorsi aveva segnalato il problema, con una manifestazione davanti alla sede dell’ex provincia. E adesso chiede nuovamente che i servizi non siano sospesi per altre settimane.
“Ci dicono che non ci sono risorse economiche sufficienti – spiega – Così può essere garantito solo il trasporto, l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione e l’assistenza igienico sanitaria”. Attività, queste ultime, necessarie per affrontare le lezioni mattutine “ma ai ragazzi occorrono anche le attività extrascolastiche perché non tutte le materie, per loro necessarie, vengono fatte in classe. Senza le ore pomeridiane, chi insegnerà ai bimbi sordi il linguaggio dei segni? E i ciechi come comprenderanno il Braille?”. Con l’assenza di queste attività hanno dovuto fare i conti, a gennaio e febbraio, centinaia di ragazzi e la situazione si ripeterà da oggi e per altri due mesi, fino al 30 aprile.
Poi si vedrà. Sabato mattina sul sito dell’ex provincia, fa notare Gesaro, è stata pubblicata una delibera per il rinnovo dei servizi. Esclusi, anche questa volta, quelli pomeridiani. “Siamo costretti a fare i conti con le poche risorse economiche che giungono dalla Regione Sicilia – spiega il commissario della città metropolitana Manlio Munafò – Occorre affrontare il problema in maniera strutturale, creando un tavolo tecnico con la Regione e il Comune per sbloccare la situazione. Le ex province hanno ristrettezze economiche, non abbiamo più le condizioni finanziarie per supportare tutto”.
E mentre la città metropolitana è costretta a fare delle scelte, i genitori seguiti dall’Unione ricordano che tutte le attività, mattutine e non, devono essere garantite per legge. “Lo dicono gli articoli 12 e 13 della legge 104”. E, aggiunge Gesaro, l’assessore Lanteri ha inviato recentemente una circolare alle ex province “dove si indica che deve essere data la priorità all’assistenza scolastica per i diversamente abili. Ma sembrerebbe che il testo è stato ignorato”. Infine, l’annullamento del sostegno economico ad alcuni servizi ha causato, nei mesi scorsi, anche la sparizione di quelli garantiti.
“È il caso del trasporto scolastico che per una parte dei ragazzi delle scuole dell’obbligo è stato sempre garantito dagli enti che si occupano di convitto e seminconvitto. Servizio, questo ultimo, cancellato, compromettendo anche il trasporto. Molte famiglie, pur di garantire l’istruzione dei loro figli, hanno fatto sacrifici cercando di riuscire sempre ad accompagnare i bambini a scuola. Ma altri, a volte, non hanno potuto, non ci sono riusciti”. Su questo punto, promette Munafò, si faranno i dovuti accertamenti per capire se sono stati ignorati gli obblighi imposti dagli accordi.
Problema simile e irrisolto, nonostante i mesi di lotte, per gli studenti diversamente abili dell’Accademia delle belle arti di Palermo. E alcuni di loro hanno presentato una diffida all’ex provincia e alla Regione. “Nei precedenti anni accademici i ragazzi hanno usufruito della tutela della garanzia del diritto allo studio per i disabili sordi, garantita dalle norme nazionali e regionali – spiegano gli avvocati Francesco Leone e Simona Fell – Così, fino al luglio, hanno beneficiato del servizio di assistenza alla comunicazione per 24 ore settimanali. Supporto, questo, garantito dal Libero consorzio comunale di Palermo anche a tutti gli studenti sordi. Ma poi, con un avviso del 13 agosto, l’ex provincia ha illegittimamente ed ingiustamente escluso l’Accademia delle belle arti dalla lista degli enti accreditati per le attività in favore di disabili sensoriali”.
Con la diffida, gli studenti chiedono alla Città Metropolitana e alla Regione l’assegnazione urgente di un assistente all’autonomia e alla comunicazione sia per questo anno accademico sia per gli anni successivi. Se entro 30 giorni dall’invio della diffida le cose non cambieranno, i legali promettono di chiedere la condanna delle amministrazioni e il risarcimento dei danni subiti dai ragazzi.