Le mascherine trasparenti ideate da un’azienda sambenedettese ottengono il via libera dell’Istituto Superiore della Sanità

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Pensata per i sordi e chi ha difficoltà nel comunicare la mascherina trasparente ideata da un’azienda sambenedettese ottiene il via libera dall’Istituto Superiore di Sanità. La prima mascherina che consente la lettura del labiale, “Made in Italy”, a ottenere l’autorizzazione è frutto di un lavoro particolarmente lungo e complesso portato avanti dallo staff dell’azienda Dienpi. L’azienda è dunque pronta a produrre e commercializzare anche questa mascherina speciale “Dienpi Safe”, che verrà venduta come dispositivo medicale, in virtù dell’autorizzazione appena ottenuta.

L’azienda, che opera nella filiera della moda del lusso ha deciso, fin dalla prima ondata pandemica Covid-19, di convertire una linea produttiva in mascherine e dispositivi di protezione individuale, ottenendo diverse autorizzazioni e certificazioni da parte degli enti preposti. «Fin dai primi di marzo del 2020 – spiegano i soci Doriana Marini ed Andrea Scaltritti – abbiamo attuato un profondo lavoro di ricerca e prototipia per mettere a punto anche una mascherina speciale, trasparente, pensata per i sordi e tutti coloro che hanno la necessità di una migliore comunicazione, tramite la lettura del labiale e la percezione dell’espressività».

L’obbligo delle mascherine, infatti, ha creato serie difficoltà di comunicazione ed isolamento alle persone con problemi di ipoacusia o deficit cognitivi, sia adulti che bambini, che necessitano di leggere le labbra per poter comprendere qualsiasi informazione. «Durante il primo lockdown – aggiunge Doriana Marini ho ricevuto personalmente moltissime richieste da parte di cittadini, enti pubblici e privati, aziende, formatori, logopedisti, e persino dalla Protezione Civile, tramite la struttura del Commissario Arcuri, di una mascherina trasparente che potesse consentire la lettura del labiale. Questo ci ha dato una maggiore convinzione ad intensificare la ricerca e la prototipia. La nostra mascherina trasparente ha avuto diverse versioni prima di arrivare a quella definitiva per la quale abbiamo anche depositato una domanda di brevetto».

Il lavoro è partito dalla ricerca e dall’individuazione delle materie prime più idonee. «Abbiamo richiesto ai vari produttori – proseguono i soci – materie prime tutte le schede tecniche dei materiali, poi si è passati alle analisi visive e tattili, a seguire test di taglio e assemblaggio, cucitura. I vari prototipi intermedi sono stati di volta in volta testati da diversi laboratori autorizzati alle analisi, report hanno anche inciso sulla scelta del modello, materiali e tecniche di assemblaggio. Volevamo infatti che la nostra mascherina, oltre ad essere trasparente, comoda, ergonomica, fosse soprattutto protettiva e priva di eventuali difetti che ne potessero inficiare le qualità tipiche generali come traspirabilità, efficienza di rimozione batterica, pulizia, biocompatibilità».

L’ultima versione della mascherina trasparente, e che ha appena ottenuto l’autorizzazione dell’I.S.S. risponde a tutte le caratteristiche necessarie per poter essere considerata di alta qualità ed alto valore estetico, etico e sociale. «Sin dalle prime versioni – concludono Marini e Scaltritti – la mascherina ha consentito, e consentirà anche nell’immediato futuro, di assicurare lavoro di qualità alla nostra azienda, ed anche lungo tutta la filiera a monte per l’approvvigionamento delle materie prime, esclusivamente italiane. Ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato al progetto, i laboratori di testing per professionalità e celerità, e lo staff dell’Istituto Superiore di Sanità per aver agito, rigorosamente, in deroga, nella valutazione del nostro particolare dispositivo, e questo non soltanto per le valutazioni medico scientifico, comunque prevalenti, ma anche per le implicazioni etiche e sociali pure esistenti. Vogliamo proseguire l’attività del settore medicale anche per il futuro in quanto tutto il team ha sviluppato in questi mesi competenze ed esperienze. Continueremo ad investire in ricerca, certificazioni, qualità e macchinari innovativi 4.0 per migliorare l’efficienza di tutta la struttura e per dare continuità alla forza lavoro, creando anche nuova occupazione».

 

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