Al “Versilia” i non udenti sono in difficoltà perché non c’è distribuzione di ausili utili anche per loro
A.A.A. cercasi mascherine trasparenti all’ospedale “Versilia“. A chiedere che la struttura venga dotata di questi dispositivi è un gruppo di non udenti residenti in Versilia, delusi per la mancanza di una mascherina creata per consentire alle persone che hanno questa disabilità di leggere il labiale del loro interlocutore.
Era stato il comune di Pietrasanta, grazie all’impegno del capogruppo di “Pietrasanta prima di tutto“ Giacomo Vannucci (nella foto con uno di questi speciali dispositivi), ad importare lo scorso maggio per primo in Versilia, e tra i primi in Italia, l’idea lanciata dalla studentessa americana Ashley Lawrence.
Vannucci spiegò che i non udenti sono penalizzati fortemente nello svolgere anche le più semplici attività, come pagare alla cassa di un supermercato o interagire con l’impiegato di uno sportello pubblico. In seguito le sarte messe a disposizone dalla Consulta del volontariato avevano provveduto a realizzarle e distribuirle sul territorio, anche nelle scuole.
Poi l’emergenza sanitaria è migliorata durante il periodo estivo, stoppando la produzione dei dispositivi trasparenti. “Alcuni di noi sono stati di recente all’ospedale ’Versilia’ – scrive il gruppo dei non udenti – e hanno notato che la struttura è sprovvista delle mascherine trasparenti. E’ stata fatta tanta pubblicità, tanta propaganda, eppure gli ospedali, cioè le strutture più importanti in questo momento così particolare, ne sono sprovvisti. Chiediamo che il nosocomio venga rifornito di questi dispositivi per venire incontro alle persone come noi”.
Daniele Masseglia