La comunità sorda chiama, la Valpolicella risponde insieme all’entroterra gardesano.
Amministratori di Sant’Ambrogio e Cavaion, imprenditori del comparto lapideo, l’ambrosiana Scuola d’arte Paolo Brenzoni e la Libera Università Popolare della Valpolicella scendono in campo come testimonial delle mascherine trasparenti, indispensabili a chi non sente per comunicare efficacemente fuori di casa, dal supermercato all’ospedale. «Dobbiamo e vogliamo essere inclusivi», afferma il direttore della Scuola d’arte, Beatrice Mariotto.
Come lei, fuori da villa Brenzoni Bassani a Sant’Ambrogio, indossano una mascherina parlante per le persone sorde anche il sindaco ambrosiano Roberto Zorzi, la vice Evita Zanotti e il consigliere comunale delegato alla cultura Luciano Tonel, la sindaca di Cavaion Sabrina Tramonte, Gianna Pesoli del direttivo dell’Università Popolare, uno dei fondatori della Testi Group, Claudio Testi e Manuela Giuliani di Calmasino, figlia di sordi e interprete Lis (Lingua dei segni). «Basta così poco, come scegliere la mascherina giusta», prosegue Mariotto, «per non escludere nessuno e comunicare anche in condizioni straordinarie».
Ad accendere i riflettori sulle difficoltà dei sordi durante l’emergenza Covid-19, a causa dell’uso delle mascherine che non permettono la lettura delle labbra, è stata giorni fa proprio Manuela Giuliani. L’interprete Lis ha lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma online GoFundMe finalizzata all’acquisto di dispositivi protettivi trasparenti e inclusivi. Un’associazione di Verona le ha donato mille euro, ma per la sua campagna Giuliani ha ancora bisogno d’aiuto: per farla conoscere e finanziare la cooperativa che confeziona queste mascherine che poi lei spedisce a chi ne ha bisogno. Così amministratori, artisti e imprenditori, per spingere l’acceleratore sulle donazioni, le sono venuti in aiuto.
Da Sant’Ambrogio in particolare, che nel tempo si è contraddistinto per l’impegno a favore dei sordi e della Lis. Qui è stata organizzata infatti la prima serata gratuita per affrontarne i segni basilari con Giuliani. «Fu un successo tale da spingerci a continuare», affermano Zanotti e Tonel. Qui sono partiti i primi corsi promossi dall’Università popolare insieme alla Scuola d’arte, frequentatissimi. «Per il prossimo anno accademico, coronavirus permettendo, ne abbiamo in programma altri», continua Pesoli.
Qui frequenta la Scuola d’arte la giovane pittrice sorda Sofia Ines Musumano, il cui padre dirige la corale San Gaetano di Sega di Cavaion. «Sentiamo vicina la famiglia Musumano, per l’attività del maestro nella corale e il talento di Sofia a cui abbiamo dedicato una mostra, per cui è naturale per noi sostenere questa raccolta fondi», spiega Tramonte. Infine Testi: «Nel nostro lavoro abbiamo trovato spesso soluzioni utili a persone con disabilità, ad esempio creando percorsi tattili in marmo per i non vedenti. Abbiamo sostenuto la Scuola d’arte ad aiutare Sofia nel puntare l’attenzione sulle problematiche che incontrano le persone sorde. Ora è tempo di pensare alle mascherine trasparenti, per abbattere ulteriori barriere». •