Abbattere l’ Iva sulle mascherine portando l’ aliquota dall’ attuale 22% al 4%.
A chiederlo il Codacons, che in tal senso ha presentato oggi una formale diffida al Ministero della salute. ‘Dell’ azzeramento dell’ Iva sulle mascherine oramai non c’ è più traccia, nonostante le promesse del Governo, e la misura sembra sempre più un miraggio – spiega il presidente Carlo Rienzi – E’ possibile tuttavia abbattere fin da subito l’ imposta che grava sui Dpi ricorrendo a provvedimenti urgenti da parte del Ministero della salute, competente per materia’.
I dispositivi medici sono disciplinati dal D. Lgs. 46/1997 che definisce dispositivo medico ogni apparecchio, sostanza, strumento ovvero ogni altro prodotto che sia utilizzato a scopo di diagnosi, prevenzione, controllo, terapia o attenuazione di una malattia – afferma l’ associazione nella diffida – Quanto all’ Iva applicabile a tali dispositivi, occorre far riferimento al DPR n. 633/1972, recante ‘Istituzione e disciplina dell’ imposta sul valore aggiunto’.
La Tabella A allegata al DPR n. 633/1972, prevede tra gli articoli sottoposti all’ Iva al 4% ‘apparecchi di ortopedia (comprese le cinture medico-chirurgiche); oggetti ed apparecchi per fratture (docce, stecche e simili); oggetti ed apparecchi di protesi dentaria, oculistica ed altre; apparecchi per facilitare l’ audizione ai sordi ed altri apparecchi da tenere in mano, da portare sulla persona o da inserire nell’ organismo, per compensare una deficienza o una infermità.
‘Le mascherine chirurgiche, in considerazione dell’ attuale momento storico, rivestono senza ombra di dubbio la qualità di apparecchi da portare sulla persona per prevenire il contagio da Coronavirus e dunque, ai sensi della normativa vigente, devono essere commercializzate con Iva al 4% – spiega Rienzi – Per tale motivo abbiamo diffidato oggi il Ministero della Salute ad emanare apposita circolare interpretativa della legge che stabilisca l’ applicabilità immediata dell’ Iva agevolata al 4% alle mascherine vendute in Italia’.
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