«Ho raccolto la denuncia delle persone sordomute e di tutti coloro affetti da disabilità che hanno bisogno di leggere il labiale, ascoltando da alcune famiglie di Mestre quali fossero le loro necessità.
Così è nata la mascherina trasparente». Massimo Renno è presidente di «Filò», cooperativa per l’inserimento di persone fragili di Martellago, che ha cambiato modello produttivo da accessori di pelletteria e commercio equo-solidale alle mascherine che vengono distribuite ogni giovedì e sabato al mercato di rio Terà dei pensieri o contattandoli direttamente.«L’idea è nata già nei giorni precedenti la pandemia — spiega Renno — dopo una ricerca approfondita, ho acquistato un materiale specifico per realizzare le mascherine: un tessuto non tessuto, sterile e anallergico.
Le prime le abbiamo donate a piccole imprese e alle persone che ne avevano necessità, ora abbiamo progettato quelle trasparenti con una fascia in nylon trasparente che permette la lettura del labiale».
Prime spedizioni
Molte sono già state spedite anche fuori dal Veneto, mentre albergatori e ristoratori hanno manifestato interesse per il modello di mascherina che permetterebbe alla riapertura di mantenere un rapporto con i clienti. Attualmente sono nove i componenti della cooperativa, ma Renno ha creato una rete di otto atelier di prossimità. «Fornisco la materia prima a piccole realtà di sarti e sarte, o ai fornitori che ci sono vicini, per avviare delle micro-produzioni locali senza aspettare i sistemi industriali — dice Renno —. La soluzione è nella comunità». Ora è in progetto una mascherina con una parte «permanente» in cotone riciclato e la centrale in tessuto non tessuto antibatterico intercambiabile, mentre per quelle trasparenti è al vaglio una valvola anti-condensa. Con ogni dispositivo viene dato una sorta di «foglietto illustrativo» che, oltre a indicare il materiale e come smaltirlo, spiega anche come realizzare la propria mascherina fai-da-te: basta ritagliare due strati di tessuto, aggiungere l’elastico ed è pronta all’uso.