Roma, 8 settembre 2023 – Si intensifica la crescita dei casi covid in Italia. “L’attuale andamento clinico-epidemiologico non desta allarme, ma richiede attenzione e misure di prudenza”. Così il direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, Francesco Vaia, in merito alla nuova ondata di contagi. Dopo l’allarme lanciato dall’Ecdc sul “notevole aumento della trasmissione” nell’Unione europea, oggi il bollettino settimanale di Ministero della Salute e Iss parla di 21.309 nuovi contagi, contro i 14.866 della scorsa settimana. Significa un rialzo del 44%. In netto aumento anche i decessi: 94, rispetto ai 65 della settimana precedente. “L’infezione si mantiene bassa seppur in aumento da tre settimane”, si legge nel bollettino.
Incidenza e ricoveri
Sale anche l’incidenza a 31 casi per 100 mila abitanti rispetto ai 24 della scorsa settimana. Un aumento distribuito nella maggior parte delle regioni e province autonome, con valori non superiori a 53 casi per 100mila abitanti. L’incidenza più elevata è stata riportata in Sardegna (53 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Basilicata (8 casi per 100mila abitanti)”. Lieve crescita dei ricoveri in Area medica al 3% rispetto al 2,7% della scorsa settimana con un totale di 1.872 posti letto occupati. Cresce lievemente l’occupazione delle terapie intensive (0,6% rispetto allo 0,4% della precedente rilevazione) dove sono ricoverate 49 persone.
Tasso di positività
Cresce anche il tasso di positività. Nell’ultima settimana è stato del 12,6%, 2,1 punti percentuali in più rispetto al 10,5% del periodo 24-30 agosto.
Decessi in aumento
Nell’ultima settimana (31 agosto-6 settembre) si registrano 94 decessi, in aumento del 45% circa rispetto ai 65 del periodo precedente.
Reinfezioni in aumento
A salire sono anche i casi di reinfezioni. “La percentuale di infezioni riportate in soggetti con almeno un’infezione pregressa è in aumento e intorno al 39%”, si legge nel monitoraggio, rispetto al 36% della rilevazione precedente. Un trend che appare in linea con il nuovo scenario che vede EG.5, alias Eris, quale variante di Sars-CoV-2 prevalente in Italia (41,9%) nell’ultima flash survey su coronavirus in Italia diffusa dall’Iss e relativa al periodo 21-27 agosto.
Varianti Eris e Pirola
Colpevole del balzo dei contagi sarebbe quindi la variante Eris, su cui gli esperti hanno invitato alla calma: niente terrorismo, la linea comune. Dagli studi ad oggi effettuati “non si evidenziano rischi addizionali per la salute pubblica rispetto ai lignaggi co-circolanti”, ha sottolineato l’Istituto superiore della sanità nell’ultima flash survey.
Nel nostro Paese non sarebbe ancora arrivata la variante Pirola (BA.2.86) che preoccupa gli Stati Uniti anche se, stando a quanto riferito ieri dall’infettivologo Matteo Bassetti, “secondo i primi studi sarebbe meno contagiosa” e potrebbe quindi “non prevalere molto rapidamente a causa della sua minore infettività”.
Ribadiva ieri la direttrice dell’Ecdc, Andrea Ammon. “Attualmente non ci sono prove che suggeriscano che l’infezione da una delle varianti emergenti sia associata a una malattia più grave o a una riduzione dell’efficacia del vaccino rispetto ad altre varianti attualmente circolanti”. A maggior rischio restano le persone più anziane e i fragili.
I sintomi
Non ci sono grandi novità per quanto riguarda i sintomi delle mutazioni sopracitate. A proposito della variante Eris, si va dal mal di gola al mal di testa, passando per affaticamento febbre, tosse, rinorrea. Secondo una ricerca rimbalzata sui media di mezzo mondo la EG.5 avrebbe una maggiore capacità di infettare i polmoni, anche se, sempre Bassetti, ha sottolineato come questo studio sia ancora in fase “pre-print”.
Per la variante Pirola non ci si discosta più di tanto dai sintomi classici: il virus si manifesta come una forte influenza con febbre a 38, intenso raffreddore e mal di testa.