In Italia 7,3 milioni di persone soffre di sordità

La Giornata mondiale dell'udito 2023 “ha l'obiettivo di evidenziare l’importanza di integrare la salute uditiva nell'ambito delle cure primarie, come componente essenziale della copertura sanitaria universale”

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di Nicola Simonetti

“Dove vai? – “porto cipolle” – cosa porti? – “Vengo dal mercato”. Così i nostri nonni irridevano ai “duri d’orecchio”.

Ma anni, geni individuali, maluso, a volte, dei farmaci, traumi acustici (da immersioni, o rumori troppo forti: generano correnti elettriche troppo elevate e ledono cellule dell’orecchio interno) causano sordità: In Italia, a 7,3 milioni. Essa colpisce il 65% di over 65 (Inserm) e avanza tra i più giovani con danno, irreversibile, subito dalle cellule ciliate all’interno della coclea (orecchio interno). Speranze che le si possa far rigenerare e, quindi, ripristinare l’udito, vengono da uno studio (finora sui topi) della prof. Patricia White e coll.

Univers. Rochester (Usa), pubblicato su Frontiers in Cellular Neuroscience 6.1.2023. Al mondo uno su 5 soffre di problemi di udito (1,5 miliardi) in continuo aumento e 430 milioni necessitano di riabilitazione uditiva (costi 980 mld dollari/anno, esclusi costi di dispositivi acustici). Questi ultimi rappresentano la scialuppa per molti “ma – dice il prof. Nicola Quaranta, direttore clinica Otorino univ. Policl. Bari – il ricorso a questo ausilio va fatto prima che sia troppo tardi.

Il controllo periodico è di rigore”. La Giornata mondiale dell’udito 2023 “ha l’obiettivo di evidenziare l’importanza di integrare la salute uditiva nell’ambito delle cure primarie, come componente essenziale della copertura sanitaria universale”.

L’OMS ha lanciato(presentato a Roma da Udito Italia Onlus) il “Manuale di Formazione per la cura “primaria” dell’udito per operatori sanitari e medici generici” per ribadire che oltre il 60% di questo problemi può essere identificato e affrontato a livello di cure primarie, grazie a medici di medicina generale, pediatri ed altri dell’area sanitaria ampliando l’accesso alla tecnologia acustica. Utile strumento a disposizione degli addetti ai lavori si dimostra l’app HearWHOPro. Raccomandata maggiore attenzione alla salute uditiva nella guida cui Udito Italia Onlus dedica nuova campagna di comunicazione. L’attentato maggiore all’udito è dato dal rumore che danneggia l’orecchio specie in ambienti ricreativi come discoteche e dintorni.

L’OMS prevede che più di un miliardo di giovani nel mondo si avvia a ipoacusia e raccomanda volumi dei devices non oltre il 60 % del livello massimo e pause di ristoro quando si soggiorna in ambienti troppo rumorosi e ripete: “misure di sanità pubblica possono prevenire il 50% dei casi di ipoacusia”. Le vibrazioni sonore entrano nell’orecchio e sono trasmesse in una base di fluido nella coclea (traduce l’informazione acustica in impulsi nervosi per renderla comprensibile dal cervello) le cui cellule “ciliate” (4.000 in tutto) muovendosi – come se si trattasse di un pulsante del telegrafo Morse – inviano, amplificate, alla parte udente del cervello.

Ipoacusie o sordità congenite neonatali (1-2 neonati su 1000 che – dice la Soc. It. Neonatologia – sono seconda causa di disabilità dello sviluppo nel mondo. Necessari programmi di screening neonatale, per diagnosi precoce, cura di sviluppo uditivo dei neonati, specie prematuri. Gli anziani con problemi di udito aspettano in media 2-3 anni per affrontare il problema ed 1/3 ignora medico di base-otorino-audioprotesista che, invece, sono a disposizione e consigliano – se necessari – gli apparecchi relativi i quali aiutano anche a ridurre”.

Il calo dell’udito che causa perdita di socialità e cadute, danno cognitivo, riduce la capacità lavorativa, triplica il rischio di demenza” (Canovi).

 

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