Mascherine trasparenti gratis per i pazienti audiolesi, l’Ordine accoglie la proposta di Trecca e Vigliaroli

L’iniziativa è stata proposta dal dottor Lucio Vigliaroli e dalla dottoressa Eleonora Trecca, specialisti otorinolaringoiatri presso l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo

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Mascherine chirurgiche trasparenti saranno messe a disposizione dall’unità per il completamento della campagna vaccinale e per l’adozione di altre misure di contrasto alla pandemia, presso gli uffici dell’Ordine dei Medici.

L’iniziativa è stata proposta dal dottor Lucio Vigliaroli e dalla dottoressa Eleonora Treccaspecialisti otorinolaringoiatri presso l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo.

Le mascherine trasparenti rappresentano un prezioso ausilio per i pazienti audiolesi, ma in genere, per tutte le persone che necessitano dell’adiuvante supporto visivo delle labbra e del loro movimento per facilitare una più rapida comprensione del linguaggio. I dispositivi sono provvisti di relative certificazioni.

In Italia sono oltre 7 milioni le persone che soffrono di ipoacusia e che hanno problemi di udito.Una condizione – spiegano Vigliaroli e Trecca – i cui casi sono in aumento, che tocca anche piccoli e giovani, tipica dell’adulto e dell’anziano, che si traduce nel sentire meno o per nulla, causando anche profondi problemi relazionali. L’ipoacusia provoca una serie di problemi sociali, accentuati dall’isolamento che deriva dalle difficoltà di ascolto, specie negli anziani. Il numero degli ipoacusici in Italia è in crescita. La prevalenza oggi è di circa il 12%. Si stima che il 50% degli ultraottantenni abbia un problema di ipoacusia, che oggi ha un tasso di crescita del 5% e che in futuro potrà arrivare intorno al 7-10%”.

L’uso della mascherina ha certamente avuto degli impatti in chi ha problemi di udito: “Ha ragione chi dice che da quando indossa la mascherina ha problemi di udito. La mascherina provoca un rimbombo della voce, con un calo soprattutto nelle frequenze acute, che sono le prime a essere meno avvertite in chi ha un calo di udito. La pandemia di Covid-19, con l’uso delle mascherine, ha reso più difficile la lettura del labiale e ha peggiorato l’isolamento, creando un abbattimento dell’intensità del suono di circa 10-15 decibel e delle alte frequenze. È come ritrovarsi in un ambiente sociale con un grosso rumore di fondo che copre le basse frequenze, mentre le alte vengono tagliate dalle mascherine: tutto questo porta a un calo della intellegibilità”.

A questo si aggiunge la necessità di mantenere il distanziamento sociale: “L’intensità del suono, per chi ascolta, diminuisce di quattro volte per ogni raddoppio della distanza, come nel passaggio da 50 cm a 1 metro. La perdita dell’udito può essere considerevole, attestandosi su valori compresi tra il 30 e il 58%. E proprio per cercare di sentire di più, istintivamente ci si avvicina a chi sta parlando, e si abbassa la mascherina, con un aumento dei rischi di contagio”.

Ma c’è dell’altro. L’aggravamento dell’ipoacusia porta con sé anche problemi psicologici: “L’essere umano – spiegano ancora il dott. Vigliaroli e la dottoressa Trecca – è dotato di cinque sensi che lavorano in sinergia. Viene meno il suono, ma non solo. Gioca un ruolo anche la vista perché non si vede la mimica del viso, coperta dalla mascherina e l’olfatto, dal momento che anche il naso è coperto, cosa che impedisce il riconoscimento della persona. Tutto ciò causa un aumento dell’isolamento sociale e problemi psicologici, con il rischio che la persona con problemi di udito, si isoli sempre di più, chiudendosi in una bolla, con conseguenze importanti in ambito cognitivo”.

Di qui l’esigenza di affrontare il prima possibile l’ipoacusia “da mascherina”, al fine di trovare delle soluzioni. Tuttavia, non è la rinuncia alla mascherina la soluzione per risolvere le problematiche legate all’ipoacusia: “La mascherina non si tocca. Va indossata, deve coprire accuratamente naso e bocca e deve essere mantenuta nei tempi e nei modi stabiliti dalle Istituzioni. E nessuna deroga anche alla regola relativa al distanziamento sociale. Sono state proposte mascherine con la zona della bocca trasparente e questa è una strategia in più che può aiutare. Non sono però ancora facilmente conosciute e reperibili sul mercato”.

Medici, infermieri, operatori sanitari e caregiver devono avere maggiori attenzioni quando si tratta di una persona con possibili problemi di udito e, a questo proposito, valutare quanto le mascherine limitino il suono. Il problema va affrontato, per ricercare possibili ed efficaci soluzioni. Una distribuzione gratuita di mascherine, regolarmente certificate dagli organi nazionali preposti, ai medici richiedenti, dopo quella effettuata agli studenti degli istituti scolastici italiani, va a costituire un prezioso supporto specificatamente per le famiglie dei pazienti audiolesi ed in genere per tutte le persone deboli di udito, che necessitano dell’adiuvante supporto visivo delle labbra e del loro movimento per mantenere i rapporti sociali, armonizzare un dialogo, facilitando una più rapida comprensione del linguaggio, e nel contempo proteggendosi dal rischio infettivo. Occorre ripristinare – concludono i due otorinolaringoiatri di Casa Sollievo – la connessione con le persone e migliorare la loro comunicazione, creando risultati migliori e una maggiore soddisfazione”.

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