Lotta alla disabilità. Robot alleati per vincere i traumi

Le applicazioni dell’elettromeccanica affiancano il fisioterapista nei programmi di recupero funzionale

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Direttamente dalla fantascienza approda alla pratica clinica la robotica per la riabilitazione.

Nulla di pittoresco, parliamo di macchine, prodigi della fisioterapia praticamente privi di fattezze umane, ma si presentano come ausili formidabili per migliorare i percorsi di ripresa funzionale nelle persone con disabilità acquisita dopo un trauma, o per malattie neurologiche degenerative.

Incidenti

«Le tecnologie riabilitative sono fondamentali a tutte le età: possono risultare determinanti dopo un incidente stradale o dopo un infortunio sul lavoro, a fronte di patologie invalidanti neuromotorie o cognitive», sottolinea Giampietro Salvi, presidente della Fondazione Genesis. Le persone con esiti di ictus e compromissione del cammino traggono maggior beneficio dal trattamento con dispositivi robotici quanto peggiore è il loro deficit funzionale. Nella pratica, dovendo trattare con persone con difficoltà una diversa dall’altra, si desume che i risultati migliorano con l’impiego contemporaneo di altre tecnologie, quali la realtà virtuale, la stimolazione transcranica, l’elettrostimolazione funzionale.

Neurofisiologia

Le applicazioni della robotica sono allo studio anche nella malattia di Parkinson, con azione sensibile sull’equilibrio, sul cammino, nei fenomeni di freezing (rallentamento). La robotica punta a un miglioramento della deambulazione anche nella sclerosi multipla e nelle persone con esiti di traumi midollari. Le potenzialità di queste applicazioni devono ancora essere comprese fino in fondo.

Innovazione

Punto di partenza di un percorso di apprendimento delle nuove tecnologie è stata la conferenza di consenso Cicerone, promossa dalla Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, SIMFER, e dalla Società Italiana di Riabilitazione Neurologica, SIRN. L’evento organizzato dall’ Istituto Clinico Quarenghi di San Pellegrino Terme, con il patrocinio dell’ Associazione Italiana Ospedalità Privata, AIOP, ha fatto partire il dibattito tra medici e addetti ai lavori.

Postura

«Assistiamo a un cambio generazionale nella tecnologia robotica – ha evidenziato Stefano Mazzoleni, professore universitario nel Dipartimento ingegneria elettrica e dell’informazione, Politecnico di Bari – L’innovazione risiede in molteplici ambiti. Con i più moderni sistemi robotici possiamo intervenire sulla riabilitazione del cammino, della postura, dell’equilibrio di chi ha subito diversi tipi di traumi».

Elettromeccanica

La conferenza ha riguardato in particolare i dispositivi robotici ed elettromeccanici per la riabilitazione di persone con disabilità neurologica. Le relazioni hanno coinvolto specialisti in fisioterapia, neurologia, fisiatria, ortopedia e bioingegneria, con la partecipazione di esperti dell’ Istituto Superiore di Sanità.

 

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