I futuri medici di pronto soccorso imparano la lingua dei segni per assistere in urgenza il paziente sordo

L’iniziativa coinvolge i medici in formazione della Scuola di specializzazione di emergenza-urgenza e un’interprete certificata LiS

0
915 Numero visite

I medici in formazione della Scuola di specializzazione in medicina d’emergenza-urgenza diretta da Tiziana Meschi, si sono messi in gioco per accettare una nuova sfida: imparare la lingua dei segni per essere in grado, da futuri medici di pronto soccorso, di approcciarsi ed assistere il paziente sordo in una situazione di emergenza e urgenza. L’occasione si è presentata con Alessandra Falavigna, collaboratrice della Scuola oltre che interprete certificata e mediatore culturale LiS, una lingua che parla fin da bambina.

Dal loro incontro è nato il progetto che ha riscosso il favore del direttore della Scuola Tiziana Meschi.

Sono più di 1600 le persone considerate sorde che vivono a Parma e provincia e la loro barriera comunicativa, come ci spiega Alessandra Falavigna, è invisibile: “te ne accorgi solo quando cerchi di parlargli e se questo avviene in una situazione di emergenza i problemi diventano gravi”.

Sicurezza ed Accessibilità: i due aspetti sono strettamente collegati fra di loro – ha dichiarato Tiziana Meschi -. Non vi è l’uno se manca l’altro. La sicurezza, per essere tale, deve essere accessibile a tutti. Le difficoltà di accesso affrontate dalle persone sorde nella cura primaria in emergenza sono punti deboli nel processo di promozione, prevenzione ed educazione alla salute. Per i sordi la difficoltà di comunicare con gli operatori sanitari è ancora un grande ostacolo. Da qui l’importanza che medici ed infermieri conoscano le principali barriere comunicative del paziente sordo per superarne le difficoltà”.

Questa iniziativa è in linea con la mission del nostro reparto che prevede ascolto e vicinanza ai bisogni dei malati – ha aggiunto Tiziana Meschi – . Gli specializzandi della Scuola di Medicina d’Emergenza-Urgenza che già hanno un intensivo percorso a livello di skills professionalizzanti, integrano la loro formazione con un training di empatia e condivisione delle esigenze del paziente sordo che trova spesso difficoltà nella comunicazione in ambito sanitario”.

La LIS è una vera e propria lingua – spiega con entusiasmo verso questo progetto Alessandra Falavigna – con proprie regole grammaticali e sintattiche. Il corso rivolto ai medici in formazione specialistica si propone di offrire gli strumenti di base per comunicare efficacemente con un paziente sordo nelle varie situazioni che possono trovarsi ad affrontare. Quindi: chiedere dove abiti, con chi vivi, a cosa sei allergico, che terapia stai assumendo, cosa è successo, cosa ti senti, per aiutare il paziente sordo ad interagire efficacemente con il medico in condizioni migliori e in tempi più rapidi, per arrivare ad una diagnosi ed approntare una terapia“.

I primi due incontri, tenutosi lo scorso 30 giugno e martedì 5 luglio, hanno riscosso l’adesione dei medici in formazione specialistica ma anche di medici strutturati e di coordinatori infermieristici. Durante gli incontri previsti i professionisti hanno vissuto e vivranno l’esperienza di incomunicabilità con un paziente sordo profondo per meglio comprendere le necessità e le difficoltà di comunicazione in una situazione di emergenza.

Il prossimo e ultimo incontro si terrà giovedì 7 luglio, dalle 15 alle 17.

La stampa è invitata a partecipare giovedì 7 luglio, orario da concordare tra le 15 e le 17. Padiglione Barbieri, 2° piano Sala riunioni

 

L'informazione completa