Cagliari. Lotta alla sordità infantile

Al Policlinico di Cagliari anche una scuola di specializzazione

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Intervento in sala operatoria (foto archivio L'Unione Sarda)

La clinica di Otorinolaringoiatria del Policlinico universitario di Cagliari, diretta da Roberto Puxeddu, è il punto di riferimento di tutta la Sardegna.

Andrea Artizzu

Un’equipe di 42 professionisti svolge quotidianamente un lavoro tra mille difficoltà.

La buona volontà non manca, medici e infermieri sì. Attualmente i posti letto disponibili sono 18 (16 di degenza ordinaria e 2 day hospital). «I nostri numeri superano gli standard: con circa 1.000 ricoveri all’anno abbiamo un’occupazionalità dell’87 per cento». Fiore all’occhiello anche Scuola di specializzazione. «È l’unica in Sardegna ed è frequentata da 14 specializzandi pronti a prestare la loro opera tra Cagliari, Sassari e Nuoro».

Tra le specialità della Clinica la diagnosi e il trattamento della sordità infantile.

Professor Puxeddu, in cosa consiste?

“La sordità è la più frequente disabilità congenita dell’infanzia. Un danno uditivo significativo può influire sfavorevolmente sullo sviluppo verbale e linguistico del bambino e produrre gravi conseguenze sulla comunicazione, sullo sviluppo psicologico, scolastico e sociale. La complessità di queste relazioni dipende dal grado e dalla durata del difetto uditivo, dall’età di insorgenza, dalla presenza di patologie associate, dalla tempestività della diagnosi, dalle modalità e dalle caratteristiche del trattamento protesico e riabilitativo. Le conseguenze peggiori sono sofferte dal bambino molto piccolo affetto da sordità preverbale (insorta prima dello sviluppo del linguaggio verbale): un deficit uditivo bilaterale permanente di grado significativo (superiore a 40 dB HL di perdita media) può compromettere in maniera irreversibile un corretto sviluppo del linguaggio, limitandone gravemente il futuro”.

Come combatterla?

“Il supporto dell’ambiente familiare, scolastico e, ovviamente, la capacità del sistema sanitario di offrire una tempestiva diagnosi ed una adeguata riabilitazione hanno una grandissima importanza. Un programma di identificazione precoce dei deficit uditivi organizzato a livello regionale permette alle famiglie di ottenere una diagnosi in tempi brevi. Identificare e trattare precocemente una perdita uditiva crea l’opportunità per il bambino di avere un normale sviluppo uditivo e linguistico. Numerosi studi hanno dimostrato che i bambini con deficit uditivo congenito o neonatale di grado moderato, severo o profondo, identificati entro sei mesi e che ricevano precocemente un trattamento protesico riabilitativo adeguato (chirurgico o non-chirurgico) presentano risultati migliori rispetto ai coetanei con una diagnosi tardiva in termini di ricchezza di vocabolario, comprensione e produzione del linguaggio e di sviluppo relazionale”.

Roberto Puxeddu e Filippo Carta (foto concessa)

Il segreto è la prevenzione?

“Un efficiente programma di identificazione precoce dei deficit uditivi riduce il costo sanitario globale: i nuovi strumenti per lo screening uditivo (otoemissioni acustiche e potenziali evocati uditivi) assieme alle sofisticate metodologie di diagnosi audiologica consentono delle diagnosi sempre più precise anche nei bambini molto piccoli. La Struttura Complessa di Otorinolaringoiatria dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari dispone di tutti gli strumenti e delle conoscenze interdisciplinari per i necessari approfondimenti sulle caratteristiche della perdita uditiva pediatriche e dell’adulto”.

La sordità è un problema da non sottovalutare.

“Maggiore attenzione viene data ovviamente ai pazienti pediatrici ed alle possibili condizioni sanitarie e socio-familiari che potrebbero influire sulle capacità di apprendimento del bambino. Un adeguato inquadramento clinico globale è indispensabile per la scelta del trattamento riabilitativo più adeguato. Strutture sanitarie in grado di offrire procedure di riabilitazione precoci all’avanguardia e di qualità, che utilizzino la tecnologia protesica di ultima generazione, accrescono notevolmente le opportunità di sviluppo normale e autonomo di un bambino con un difetto uditivo, anche quando il deficit è di grado severo o profondo. Gli stessi vantaggi sono ovviamente rilevabili anche nei pazienti pediatrici o adulti che presentano forme di gravi sordità postverbali (insorte dopo lo sviluppo del linguaggio verbale)”.

Il Policlinico universitario è in prima linea.

 

“La nostra Struttura complessa ha attivato da ormai 10 anni un programma di screening uditivo neonatale universale e fornisce attraverso il centro Audiofoniatria (afferente alla S.C. di Otorinolaringoiatria) una sorveglianza ed una valutazione audiologica per tutti i pazienti dell’Azienda e della regione. A questo si aggiunge una ormai ben consolidata esperienza in tutte le forme di riabilitazione della sordità, dalla protesi convenzionale, alle riabilitazioni chirurgiche più complesse (specialmente l’impianto cocleare)”.

Quanti interventi portate a termine ogni anno?

“L’Audiofoniatria dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari esegue annualmente oltre 3000 prestazioni ambulatoriali e si occupa attualmente della riabilitazione audiologica e logopedica di 439 pazienti di ogni età riabilitati mediante protesi convenzionale o protesi chirurgica (BAHA o Impianto cocleare), a questi vanno aggiunti 15 pazienti sardi operati di impianto cocleare presso altre Regioni che alla fine, preferiscono tornare alle cure fornite dal Sistema Sanitario Regionale). Uno dei maggiori successi ottenuti dal Nostro Centro è l’altissima percentuale di utilizzo quotidiano effettivo superiore alle 12 h da parte dei pazienti riabilitati con protesi chirurgiche operati dai medici dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari (pari al 96%), che mostra come l’inquadramento clinico, la tecnica chirurgica e la conseguente riabilitazione abbiano ormai raggiunto livelli altissimi. Un basso indice di utilizzo delle protesi sarebbe dovuto o ad una errata indicazione clinica (l’impianto di costose protesi chirurgiche poi non effettivamente utilizzate dai pazienti per l’assenza di un reale beneficio causerebbe un inutile sperpero delle sempre più scarse risorse economiche) o a una inadeguata riabilitazione (in questo caso allo sperpero delle risorse si assocerebbe il mancato reinserimento socio-professionale dei pazienti)”.

Sono operazioni rischiose?

“Gli interventi di otochirurgia protesica riabilitativa hanno ormai raggiunto altissimi standard di sicurezza, per cui i rischi perioperatori sono ormai bassissimi e generalmente i pazienti operati possono raggiungere rapidamente il proprio domicilio”.

 

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