Per la terza settimana consecutiva ha meno di 50 nuovi contagi ogni 100mila abitanti
La Valle d’Aosta ha i numeri teorici (contagi, pressione sanitaria, terapie intensive) per passare in zona bianca. Sarebbe la prima regione in Italia. La decisione definitiva – che tiene conto anche di altri parametri – sarà presa dal ministro della Salute, Roberto Speranza. La piccola regione alpina per la terza settimana consecutiva ha meno di 50 nuovi contagi ogni 100mila abitanti. I ricoverati in ospedale sono 8, di cui solo due in terapia intensiva.
Con il passaggio in zona bianca decadrebbero divieti e chiusure (palestre, cinema, teatri) oltre che l’efficacia del Dpcm che blocca lo sci amatoriale fino al 5 marzo.
Il presidente valdostano: “La zona bianca non è traguardo stabile” – “La zona bianca potrebbe essere una boccata d’ossigeno, ma dobbiamo essere tutti consapevoli che non sarebbe un traguardo stabile: la discesa dei contagi si è già arrestata, e dobbiamo sapere che la zona bianca potrebbe durare anche solo una o due settimane”. Così il presidente della Regione Valle d’Aosta Erik Lavevaz, commenta l’ipotesi di un passaggio della regione alpina in zona bianca. “Aspettiamo il riscontro ai dati inviati, che da settimane sono buoni, ma sappiamo che la situazione è fragilissima”, spiega.
Secondo il presidente della Regione Valle d’Aosta Erik Lavevaz “servirà quindi un’attenzione fortissima al rispetto dei protocolli e alla responsabilità individuale di ogni cittadino, per non vanificare i sacrifici fatti finora”. “In altre regioni – prosegue – la situazione è drammatica: dobbiamo quindi essere felici dei risultati raggiunti, ma sapere che la normalità può tornare solo con l’efficacia della vaccinazione di massa che partirà con l’inizio di marzo”.
Cosa si può fare in zona bianca – Nelle zone bianche, istituite dal ministero della Salute il 13 gennaio – ci sarà libertà di spostamento e tutte le attività potranno restare aperte senza limiti di orari, mantenendo le norme di igiene, l’obbligo di mascherina e il distanziamento. Potrebbero riaprire anche i luoghi della cultura, come cinema, teatri, mostre e musei, così come le palestre e le piscine tornerebbero a funzionare.