Intanto Conte firma il nuovo Dpcm con restrizioni e chiusure fino al 5 marzo
Roma ed il Lazio sono in zona arancione a partire da domenica. L’annuncio ufficiale è dell’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato: “Il valore dell’indice Rt nel Lazio è superiore a 1, da domenica saremo in zona arancione. E’ la prima volta che la Regione cambia colore, siamo sempre stati in giallo. Ci aspettano settimane difficili, c’è una situazione di cautela dove servono rigore e prudenza”, ha detto nel suo intervento all’Università Sapienza di Roma per la presentazione del nuovo direttore generale del Policlinico Umberto I.
La conferma arriva anche dal ministero della salute che spiega: “Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà nelle prossime ore una nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da domenica 17 gennaio. Passano in area rossa la provincia autonoma di Bolzano e le Regioni Lombardia e Sicilia. Passano in area arancione le Regioni Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta. Restano in area arancione Calabria, Emilia-Romagna e Veneto”.
Intanto il presidente Conte ha firmato le nuove disposizioni del Dpcm che entreranno in vigore domani e saranno efficaci fino al 5 marzo.
Lazio in zona arancione: cosa succede
Con la zona arancione, bar e ristoranti chiusi sette giorni su sette, con solo asporto consentito. Centri commerciali off limits in giorni festivi e prefestivi, saracinesche giù in piscine e palestre, come in cinema e teatri, musei e mostre. I negozi saranno aperti fino alle 21. Le scuole superiori torneranno in classe il 18 gennaio (restano invece le lezioni in presenza per scuole dell’infanzia, elementari e medie).
Gli spostamenti all’interno del proprio comune sono liberi dalle 5 alle 22, mentre dalle 22 alle 5 di mattina sono consentiti soltanto spostamenti per lavoro o motivi di salute. Saranno comunque consentiti, negli stessi giorni, gli spostamenti dai Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, entro 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia. Un assaggio, d’altronde, lo abbiamo vissuto anche nell’ultimo week end.
Quando serve l’autocertificazione nella zona arancione
Nella zona arancione l’autocertificazione serve per spostarsi nelle ore del coprifuoco, quando gli spostamenti sono autorizzati solo per ragioni di lavoro, salute o necessità e urgenza.
Nell’autocertificazione (ecco l’ultimo modulo autodichiarazione disponibile in pdf sul sito del Viminale), il firmatario deve dichiarare che il proprio spostamento è determinato da: esigenze di lavoro; motivi di salute; altri motivi ammessi dalle vigenti normative ovvero dai predetti decreti, ordinanze e altri provvedimenti che definiscono le misure di prevenzione della diffusione del contagio.
Spostamenti tra Regioni
Il decreto conferma il divieto già in vigore di ogni spostamento tra Regioni o Province autonome diverse, con l’eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.
Spostamenti verso altre abitazioni
Dal 16 gennaio 2021 e fino al 5 marzo 2021 è consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata, tra le 5.00 e le ore 22.00, a un massimo di due persone ulteriori a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con loro convivono.
Tale spostamento può avvenire all’interno della stessa Regione, in area gialla, e all’interno dello stesso Comune, in area arancione e in area rossa, fatto salvo quanto previsto per gli spostamenti dai Comuni fino a 5.000 abitanti.
Qualora la mobilità sia limitata all’ambito territoriale comunale, sono comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia;
Istituzione della zona bianca
È stata quindi istituita una cosiddetta area “bianca”, nella quale si collocano le Regioni con uno scenario di “tipo 1”, un livello di rischio “basso” e un’incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti. In area “bianca” non si applicano le misure restrittive previste dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri (DPCM) per le aree gialle, arancioni e rosse ma le attività si svolgono secondo specifici protocolli. Nelle medesime aree possono comunque essere adottate, con DPCM, specifiche misure restrittive in relazione a determinate attività particolarmente rilevanti dal punto di vista epidemiologico.
Istituzione di una piattaforma informativa nazionale su piano vaccini
In considerazione della necessità di agevolare l’attuazione del piano vaccinale per la prevenzione del contagio da Covid-19, in coerenza con le vigenti disposizioni europee e nazionali in materia di protezione dei dati personali, è istituita, una piattaforma informativa nazionale idonea ad agevolare, sulla base dei fabbisogni rilevati, le attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali, dei dispositivi e degli altri materiali di supporto alla somministrazione, e il relativo tracciamento. Inoltre, su istanza della Regione o Provincia autonoma interessata, la piattaforma nazionale esegue, in sussidiarietà, le operazioni di prenotazione delle vaccinazioni, di registrazione delle somministrazioni dei vaccini e di certificazione delle stesse, nonché le operazioni di trasmissione dei dati al Ministero della salute.
“Da febbraio il certificato vaccinale”
L’assessore alla sanità laziale D’Amato ha poi reso noto che “noi dal mese di febbraio daremo il certificato vaccinale, dopo la seconda dose, che sarà scaricabile sull’ù’anagrafe vaccinale con accesso attraverso Spid. E sarà una modalità per dichiarare che si è fatta la vaccinazione, qualora sia necessario. Questa modalità varrà per tutti, non solo per gli ‘over 80′. Non è una novità, perché anche i bambini hanno il certificato dei vaccini. È diversa la modalità, anziché richiederlo alla Asl lo puoi scaricare. Poi sarà il Governo o il Parlamento a decidere se con questo certificato puoi andare al cinema o a teatro”.
“Si sta cercando di organizzare al meglio – ha aggiunto – la campagna di vaccinazione di massa quando ci saranno disponibili le giuste dosi di vaccino. E’ chiaro che, quando avremo a disposizione quella quantità, sarà necessario lavorare 24 ore su 24 e avere spazi idonei per farle. Pensiamo a luoghi che hanno requisiti di distanziamento e sicurezza, doppio accesso che possano far svolgere le vaccinazioni con grandi numeri”.
Le vaccinazioni nelle Rsa
“A fine mese completeremo le vaccinazioni del personale sanitario e nelle Rsa. Abbiamo già iniziato con gli ultra 80enni e anche le fasce più fragili, in particolar modo dializzati e trapiantati. E’ uno sforzo che stiamo facendo in un momento di grande difficoltà”. “Stiamo cercando di correre il più possibile con le vaccinazioni, compatibilmente con le dosi che ci vengono fornite – ha concluso – Noi potremmo fare tre volte gli attuali numeri se avessimo le dosi disponibili