Covid: Lombardia, Sicilia e Bolzano in zona rossa. Altre 12 regioni in arancione

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Per l’Iss la situazione è in peggioramento: l’indice Rt nazionale sale a 1,09

Rischio alto di epidemia non controllata e non gestibile” in un contesto in cui la pressione sugli ospedali è ancora forte. Lo certifica l’Istituto Superiore di Sanità nel report che sarà illustrato nel pomeriggio al Ministero della Salute. Lo scenario complessivo del Paese è in peggioramento e da domenica 14 Regioni e una Provincia Autonoma entreranno in zona arancione o rossa. L’indice Rt nazionale è salito da 1.03 a 1.09. Lombardia e Provincia Autonoma di Bolzano con indice di contagiosità Rt sopra 1.25 saranno dunque zone rosse. Insieme alla Sicilia che entrerà nell’area di rischio più alta come da richiesta del suo Presidente di Regione, Nello Musumeci. Abruzzo, Lazio, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta hanno invece Rt superiore a 1 e sono in scenario 2, dunque saranno arancioni. Con le tre già arancioni da una settimana: Calabria, Emilia Romagna Veneto, al quale – nonostante i dati sarebbero ancora da zona gialla – verrà assegnata la seconda fascia di rischio su richiesta del Presidente della Regione, Luca Zaia. Tutte le altre, regioni e la Provincia Autonoma di Trento, resteranno in zona gialla.

Da domenica prossima non sarà più il colore predominante nella cartina del Paese: dovrà cedere il passo all’arancione.È l’esito – eccezion fatta per Sicilia e Veneto che hanno chiesto espressamente maggiori restrizioni – delle valutazioni svolte dalla Cabina di regia analizzando i dati relativi alla settimana compresa tra il 4 e il 10 gennaio. Nella giornata di oggi il ministro della Salute, Roberto Speranza, firmerà la nuova ordinanza per far scattare le misure legate ai colori nelle Regioni e nella Provincia Autonoma di Bolzano da domenica.

Come ci si aspettava, dunque, e come lo stesso Speranza aveva annunciato ieri nel suo intervento durante la riunione con Regioni ed Enti locali, lo scenario è peggiorato. Per questo serve una stretta. Nuovi divieti e restrizioni stabiliti nel decreto approvato mercoledì sera e nel Dpcm firmato stamattina dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, entrambi in vigore dal 16 gennaio al 5 marzo. “Questa settimana si osserva un peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese”, si legge nel report che nel pomeriggio sarà illustrato al Ministero della Salute – L’incremento dellincidenza è stato comunque contenuto grazie alle misure di mitigazione adottate nel periodo festivo”.

Per la quinta settimana consecutiva aumenta l’indice Rt, che, come detto supera il valore limite di 1 e cresce rispetto alla settimana scorsa, da 1.03 a 1.09. Tutte le regioni hanno un Rt medio sopra uno o appena sotto.

Resta elevata l’incidenza (ossia il numero di positivi su 100.000 abitanti, soprattutto in Veneto (365,21 per 100.000 abitanti), nella Provincia Autonoma di di Bolzano (320,82), in Emilia Romagna (284,64), e in Friuli Venezia Giulia (270,77). “L’incidenza su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino dellidentificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”, si precisa nel report.

L’epidemia resta, dunque, “in una fase delicata” e si prevede “un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”.

Rt regionale

 

 

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