Acufeni, vertigini e ipoacusia fluttuante: sono i sintomi della malattia di Menière

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La malattia di Menière è una sindrome caratterizzata da vertigini ricorrenti, che possono durare da alcuni minuti a molte ore, cui sono associate acufere e sordità mono- o bi-laterale (ma in massima parte mono-), nausea e vomito.

La genesi di tale malattia è incerta, e non risultano pubblicati studi scientifici definitivi, in tal senso.

Che cos’è la malattia di Menière?

L’ipotesi eziopatogenetica, attualmente la più accreditata della malattia di Menière, per spiegare l’insorgenza di questi sintomi è l’idrope endolinfatica cocleovestibolare, cioè un aumento della quantità di endolinfa.

L’endolinfa è un liquido che si trova nelle strutture membranose della coclea e del labirinto, i due organi che costituiscono l’orecchio interno e che hanno la funzione di farci sentire e di regolare il nostro equilibrio.

Nel corso degli anni, sono stati ipotizzati vari fattori che possono causare l’insorgenza dell’idrope endolinfatica quali malattie autoimmuni, allergie, predisposizione genetica, fattori ormonali.

Nonostante queste ipotesi, però, la vera causa della sindrome rimane a tutt’oggi non chiara.

La malattia di Menière interessa soprattutto il sesso femminile, tra i 40 e i 60 anni, e ha una prevalenza variabile tra 30 e 190 casi su 100.000 abitanti.

La sindrome può essere monolaterale (80-90% dei casi) e, dunque, coinvolgere solo un orecchio, o bilaterale (meno frequente).

Nel caso di malattia di Menière bilaterale i sintomi nel secondo orecchio possono svilupparsi anche a distanza di molti anni dall’insorgenza nel primo.

Crisi vertiginose ricorrenti, acufene e ipoacusia fluttuante: i sintomi della malattia di Menière

La caratteristica clinica della malattia di Menière è la crisi vertiginosa, durante la quale il paziente avverte la sensazione che l’ambiente circostante gli giri intorno, che può durare da almeno 20 minuti a diverse ore e che si associa caratteristicamente a una sensazione di ovattamento auricolare e fischio nell’orecchio per lo più monolaterali, insieme a un’intensa sintomatologia neurovegetativa caratterizzata da nausea, vomito e sudorazione fredda.

Solitamente all’esordio della malattia la sordità è fluttuante, cioè ci sono giorni in cui l’orecchio è più ovattato e giorni in cui lo è meno.

Con il passare del tempo si assiste a un progressivo peggioramento della sordità, che potrebbe anche sfociare nella perdita completa dell’udito nell’orecchio malato.

Le frequenza delle crisi è molto variabile: da crisi poco frequenti (episodiche) che possono manifestarsi una o due volte all’anno, fino a crisi molto frequenti (ricorrenti e invalidanti) che possono manifestarsi anche più volte al mese.

Come si fa la diagnosi di malattia di Meniere?

La diagnosi della malattia di Menière è clinica e si basa sulla valutazione dei sintomi riportati dal paziente e sui reperti che si riscontrano all’esame audiometrico.

La diagnosi va inoltre avvalorata dall’esecuzione di una Risonanza Magnetica dell’encefalo con mezzo di contrasto che escluda altre patologie, come per esempio il neurinoma del nervo acustico, che possono manifestarsi con sintomi simili.

Quali sono le possibilità di cura?

Al momento non esiste una cura definitiva per la malattia di Menière, ma una serie di trattamenti rivolti al controllo e alla prevenzione dei suoi sintomi.

Nella fase acuta, per attenuare i sintomi della crisi, possono essere utilizzati farmaci antiemetici, anticolinergici o benzodiazepine.

Per diminuire la frequenza delle crisi, attualmente il farmaco più utilizzato è la Betaistina che può essere associata a diuretici e a una dieta iposodica, cioè con un apporto limitato di sodio.

La terapia medica consente un controllo dei sintomi in circa l’80% dei casi.

Solo nei casi in cui la terapia medica non consenta un adeguato controllo dei sintomi si potrà ricorrere a iniezioni intratimpaniche di steroide o all’ablazione farmacologica del sistema vestibolare.

L’ablazione farmacologica del sistema vestibolare si può ottenere mediante iniezioni intratimpaniche di gentamicina nelle forme monolaterali, o mediante l’utilizzo della streptomicina sistemica nelle forme bilaterali.

Solo in una minoranza dei casi in cui la terapia medica e quella ablativa farmacologica non abbiano consentito un adeguato controllo delle vertigini si potrà ricorrere a interventi chirurgici, come per esempio la neurectomia vestibolare, ossia la sezione del nervo dell’equilibrio, o la labirintectomia chirurgica, ossia l’ablazione chirurgica del labirinto (organo dell’equilibrio).

La malattia di Menière, a causa della severità e della frequenza delle crisi vertiginose, può rivelarsi una condizione molto invalidante e può influenzare negativamente la qualità di vita degli individui che ne soffrono, dal lavoro alle relazioni sociali, rivelandosi dunque una pesante fonte di stress e di depressione.

Per questo motivo negli ultimi anni, nei centri di Vestibologia, l’Otorinolaringoiatra viene affiancato da uno Psicologo o da uno Psichiatra che si occupi di affrontare con il paziente le problematiche psicologiche che molto spesso questa malattia comporta.

 

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