Antonio Caponetto, capo dell’Ufficio per le Politiche in favore delle persone con disabilità, ha scritto al Commissario straordinario Domenico Arcuri, al CTS, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero della Salute in merito al piano di vaccinazioni Covid19

Antonio Caponetto, capo dell’Ufficio per le Politiche in favore delle persone con disabilità, ha scritto al Commissario straordinario Domenico Arcuri, al CTS, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero della Salute in merito al piano di vaccinazioni Covid19 per le persone con disabilità.

Le regioni infatti ad oggi hanno inviato al Commissario straordinario le liste delle persone che ritengono prioritarie da vaccinare contro il Covid-19. Alcune Regioni hanno inserito fra i soggetti destinatari delle prime dosi di vaccino anche gli ospiti delle Residenza sanitarie per disabili e dei Centri Diurni per disabili.

Per Caponetto «al fine di rendere omogeneo su tutto il territorio nazionale il controllo dell’infezione in questa popolazione, appare necessario uniformare i criteri per la definizione delle liste almeno includendo – a prescindere dalla Regione – le persone con disabilità ospitate presso tali strutture».

Già Arcuri ha indicato poi per la seconda fase della campagna vaccinale una priorità per le “persone fragili” insieme alle persone in età avanzata e a quelli con patologie gravi pre-esistenti, ma Caponetto sottolinea che «non è chiaro se in questa definizione rientrino le persone con disabilità grave e non autosufficienti, nonché coloro che usufruiscono dell’assistenza domiciliare integrata», persone che per il consigliere Caponetto «vanno considerate fra quella da sottoporre a vaccinazione con carattere di priorità» a prescindere dal dato anagrafico.

Un’attenzione particolare dovrebbe andare in questa direzione alle persone con disabilità psichica per cui il rischio di contagio è particolarmente elevato per la difficoltà nel rispettare le misure di sicurezza e che se dovessero avere la necessità di ricovero, lontano dalle persone che se ne prendono solitamente cura, presenterebbero un fattore di rischio in più. «È quindi importante che tali necessità siano tenute nella giusta considerazione nella predisposizione dei piani vaccinali», conclude Caponetto «e che nella stessa comunicazione istituzionale sia data rassicurazione sul fatto che la priorità sarà estesa anche alle persone con disabilità ospitate nelle strutture e a coloro i quali rientrano fra le categorie più vulnerabili a prescindere dal dato anagrafico».

 

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