I dati dell’epidemia di Covid, in Lombardia, sono in costante miglioramento. Il bollettino di martedì 8 dicembre parla di 1.656 nuovi positivi in Regione (di cui solo 124 a Milano città), con 5.699 guariti; in città l’indice Rt era ieri a quota 0,71 (qui i dati di oggi, mercoledì 9 dicembre).
Se i dati venissero confermati, come è ormai pressoché certo, il ministero della Salute dovrebbe firmare già venerdì 11 dicembre — dopo l’ok della cabina di regia — l’ordinanza che consentirà alla Regione di entrare in zona gialla.
Quando scatterà la zona gialla?
Il problema — come scrivevamo qui — sono i tempi di decisione e formalizzazione: in più occasioni, nelle scorse settimane, i ritardi accumulati nel corso del venerdì (il giorno in cui si riunisce la cabina di regia e si incrociano gli incontri tra governo e Regioni) hanno fatto slittare l’entrata in vigore del nuovo regime. Per venerdì, però, tutti sembrano determinati a evitare uno slittamento: sono molti, infatti, gli esercenti che attendono questo appuntamento da sei settimane. Bar, ristoranti e locali, infatti, sono chiusi dal 6 novembre. La conferma è arrivata dal presidente della Regione Attilio Fontana, che sui suoi social ha dichiarato: «Da domenica (13 dicembre, ndr) la Lombardia sarà ufficialmente zona gialla. Questa mattina il ministro Speranza mi ha informato che, come per le volte precedenti, venerdì firmerà l’ordinanza, sabato sarà pubblicata e domenica entrerà in vigore».
Quali saranno le nuove regole?
Attualmente la Lombardia si trova in zona arancione.
Una volta entrata in zona gialla — dunque da domenica 13 dicembre – sarà di nuovo possibile:
– spostarsi liberamente all’interno del proprio Comune e tra Comuni diversi, tranne che tra le 22 e le 5 del mattino, quando è in vigore il «coprifuoco». Per spostarsi nelle ore notturne occorrono ragioni specifiche (quelle consentite sono lavoro, salute o necessità e urgenza) da certificare con un modulo;
– spostarsi liberamente al di fuori della Regione e andare in un’altra Regione in zona gialla (tranne, come nel caso sopra, tra le 22 e le 5 del mattino). Per spostarsi in una regione in zona arancione o rossa occorrono ragioni specifiche (lavoro, salute, necessità e urgenza) e il modulo di autocertificazione;
– andare al bar, fino alle ore 18. Secondo Lino Stoppani, alla guida di Fipe e di Epam (Confcommercio Milano), riapriranno «circa il 70-75% degli esercizi pubblici. Il fatturato reale (dalle 18 alle 2) in Lombardia vale 3,3 miliardi»;
– andare al ristorante, fino alle ore 18: dopo quell’ora è consentita la consegna a domicilio, e fino alle 22 è possibile prendere cibo da asporto (che non può essere consumato nelle adiacenze del ristorante);
– andare in un centro commerciale nei giorni feriali: non il sabato, la domenica e nei giorni festivi;
– andare da amici e parenti: il Dpcm non prevede un divieto specifico, ma la raccomandazione è quella di continuare a non andare a visitare persone non conviventi.
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Le nuove regole dal 21 dicembre
Le regole per gli spostamenti cambieranno, secondo quanto previsto dal nuovo Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri (qui il testo definitivo in Pdf).
Dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 è infatti vietato, in tutta Italia, indipendentemente dalla zona in cui si trova la propria Regione (dunque anche per la zona gialla), ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome. Nello stesso periodo è vietato anche spostarsi nelle seconde case ubicate in altra Regione o Provincia autonoma.
Nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021 è vietato — anche in zona gialla — ogni spostamento tra Comuni: le uniche eccezioni previste sono quelle legate a esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità (tra le quali rientrano l’assistenza a un familiare non autosufficiente, la visita a figli minorenni se si è separati o divorziati e il ricongiungimento tra coppie per stare nell’abitazione dove abitualmente si vive, come indicato nelle FAQ del governo). Nello stesso periodo è vietato anche spostarsi nelle seconde case ubicate al di fuori dal proprio Comune.
È sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione (per le seconde case si applicano però le regole appena descritte).