I bambini sordi non possono operarsi a Napoli, costretti ad andare al Nord

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I bimbi che devono sottoporsi a un intervento chirurgico per ripristinare l’udito sono troppi, l’ospedale Santobono non riesce a smaltire le liste in tempi accettabili: così i piccoli pazienti sono costretti ad operarsi altrove, spostandosi verso altri ospedali come del centro e del nord Italia. A sollevare la questione è Flora Beneduce, consigliera regionale di Forza Italia e componente della Commissione Sanità della Regione Campania, che parla di vera e propria emergenza. I bambini affetti da problemi all’udito, spiega, dovrebbero aspettare troppo tempo per essere operati a Napoli e quindi si spostano verso strutture pediatriche al di fuori della Regione Campania, come il Bambino Gesù di Roma, il Mayer di Firenze e il Burlo Garofalo di Trieste.

Negli ultimi anni il numero di piccoli pazienti che necessita l’intervento di impianto cocleare è aumentato in modo considerevole, continua la consigliera, per il notevole incremento dell’attività diagnostica e terapeutica (protesizzazione tradizionale e chirurgia); l’ospedale napoletano è uno dei più importanti per questo tipo di interventi, l’Otochirurgia del Santobono è tra le eccellenze mondiali per la terapia chirurgica della sordità infantile.

Il governo regionale intervenga subito – dice Flora Beneduce – occorre intervenire sulla fornitura degli impianti a medio e lungo periodo e prorogare subito, almeno fino a giugno, i contratti per consentire che i piccoli pazienti del Centro di riferimento regionale del Santobono-Pausilipon di Napoli possano essere adeguatamente assistiti”.

Liste di attesa molto lunghe anche all’ospedale di Salerno, ma per un altro motivo: come denuncia Alfonso Ferraioli, presidente della sezione di Salerno e Avellino dell’Associazione Nazionale Trapiantati di Rene, per l’assenza di un nefrologo i pazienti vengono dirottati verso altre strutture, anche quelle ingolfate, e i tempi di attesa si dilatano di diverse settimane.

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