Il primo passo per migliorare la comunicazione con il paziente sordo è sicuramente la dimostrazione di interesse, da parte dell’infermiere, nel cercare il sistema di comunicazione più efficace, che potrebbe far diminuire l’ansia del paziente nei contesti sanitari. Nel dettaglio, possiamo trovare in letteratura vari tipi di strategie comunicative volte a facilitare la comprensione, al fine di realizzare una comunicazione efficace e corretta, nonché a migliorare l’esperienza dei sordi in ospedale.
Mantenere sempre il contatto visivo con il paziente sordo
Fondamentale è mantenere il contatto visivo per tutto il tempo di interazione, così che il paziente riesca a capire quando viene interpellato e assicurarsi di parlare in uno spazio sufficientemente illuminato, a distanza considerevole (mai superare il metro e mezzo).
Qualora non sia possibile usufruire della collaborazione di un interprete, è cortese chiedere al paziente come riesce a comunicare meglio: se preferisce leggere le labbra, scrivere su un foglio o al computer, o se invece indossa dei dispositivi acustici avanzati, che gli permettono una percezione uditiva adeguata.
Il contatto visivo, se si considera che sono oltre 250 le espressioni facciali che possiedono un significato, ci offre un sostegno più concreto, utile anche per l’anamnesi o per la valutazione del dolore.
Guardare il paziente è essenziale anche per questa ragione: fornisce informazioni riguardo lo stato emotivo dello stesso.
L’espressione facciale, come il tono della voce, rivela più delle parole spese a descrivere il proprio stato emozionale.
Tecniche e strategie per comunicare con la persona sorda
Un metodo che può assicurare la comprensione è richiedere un riscontro comunicativo: bisogna porgere delle domande aperte (domande di tipo chiuso implicherebbero come risposta “sì” e “no” ed è probabile che il paziente che non vuole sembrare poco intelligente, farà cenno positivo anche se non ha capito il contenuto del messaggio) riguardo una procedura, una spiegazione appena illustrata o un’informazione da poco fornita.
Chiedere al paziente di ripetere le indicazioni date riguardo ai medicinali potrebbe evitare errori. Infatti, un regolare controllo della chiarezza di interazione aiuterebbe a minimizzare la confusione (del paziente) e le incomprensioni.
L’accesso in ospedale viene invece gestito con varie possibilità strategiche: creare un file con frasi semplici e domande chiuse, in italiano accessibile, pronte all’uso nel momento in cui un sordo entra in ospedale, fornendo così la possibilità al paziente di rispondere prontamente, di sentirsi tutelato e a proprio agio; specificare nella documentazione infermieristiche che si tratta di persona sorda, magari disegnando un orecchio sbarrato.
Se la persona sorda preferisce comunicare attraverso messaggi scritti o quando l’interprete non è presente, l’infermiere dovrebbe usare frasi e parole semplici, scritte in modo leggibileche garantiscano al paziente di leggere e comprendere.
Il mediatore linguistico: interprete o familiare
Il più delle volte il sordo ha però bisogno di un mediatore, che sia un membro della famiglia, un amico o un interprete professionale.
Bisogna precisare comunque che se un membro della famiglia rappresenta un aiuto concreto in molti casi, può però rappresentare anche un impedimento che non permette al sordo di partecipare in modo attivo nel processo.
L’accompagnatore della persona sorda solitamente espone i problemi di quest’ultimo al professionista e riceve indicazioni: questo significa che il sordo non ha la possibilità di esporre i propri dubbi.
Per molti partecipanti la miglior comunicazione avviene quando la propria esperienza medica viene supportata da un interprete professionale. È quindi cortesia dell’infermiere impegnarsi di trovare un interprete qualificato che supporti il paziente sordo, che sia all’interno della struttura ospedaliera, oppure contattando un’associazione interpreti di lingua dei segni (LIS), facilmente reperibile su internet, specie in caso di emergenza.
È bene comunque, avere dei piccoli accorgimenti quando si comunica attraverso un interprete:
- Ricordarsi di consentire almeno 1-3 secondi all’interprete per trasmettere il vostro messaggio, soprattutto se siete in procinto di utilizzare un ago sul paziente
- Ricordarsi di non assumere un atteggiamento distaccato quando è presente l’interprete, rivolgendosi comunque sempre al paziente: è una forma di rispetto che le persone sorde gradiscono, in quanto sono loro i protagonisti del processo assistenziale
- Nel momento in cui un interprete sta fornendo servizio, quest’ultimo deve essere collocato a lato e leggermente dietro l’infermiere in modo che entrambi siano chiaramente in vista per il paziente Questo tipo di sistemazione va a garantire al paziente di vedere chiaramente l’espressione facciale dell’infermiere, il suo movimento delle mani e quello delle labbra; oltre a ciò, il professionista sanitario può discorrere con il paziente senza distrazione, porgendo le domande direttamente a lui
Nuove tecnologie e sistemi innovativi a supporto dei sordi
Nuove tecnologie che fino a pochi anni fa non erano a disposizione, oggi possono aiutare notevolmente le persone sorde nell’accesso ai servizi sanitari.
Un progresso tecnologico avanzato è la telemedicina, grazie alla quale il paziente può avere accesso contemporaneamente all’interprete e al medico attraverso una webcam, fornendo un’assistenza sanitaria vicina al paziente, nonostante la lontananza delle strutture.
In Italia un programma di questa natura si concretizza attraverso “Elisir”: un sistema di videocomunicazione consente la videochiamata tramite un’App al centro interpreti LIS(Lingua dei Segni Italiana) per la traduzione a distanza.
Sistemi innovativi, se usati in modo corretto, divengono delle vere soluzioni: facilitare l’accesso alle visite attraverso le piattaforme online, utilizzare la mail per fornire o chiedere informazioni, avere la possibilità di comunicare con un interprete attraverso dei sistemi di traduzione digitali.
Formazione LIS per professionisti sanitari
Importante e risolutivo è il sistema di formazione LIS, dedicato ai professionisti. Creare dei corsi e dei percorsi per la sensibilizzazione al paziente sordo, con la possibilità di conoscere nel dettaglio questa realtà, nelle sue svariate sfumature, risulta essere una soluzione aggiuntiva, spesso, indispensabile.
Lo conferma la richiesta di alcuni pazienti: i professionisti potrebbero conoscere alcuni aspetti socioculturali della sordità, delle sue differenze, dei suoi progressi tecnologici, con la possibilità di imparare pochi segni e seguire i suggerimenti forniti, che, probabilmente, non attenueranno tutte le barriere comunicative che un sordo incontra, ma costituiscono dei passi verso la giusta direzione.
Per comunicare con una persona sorda non è indispensabile l’uso dei segni.
I sordi in generale, attraverso gli accorgimenti sopracitati, riescono a comunicare in maniera soddisfacente.
È pur vero che per i pazienti segnanti, risulti spesso fondamentale comunicare attraverso la LIS (Lingua dei Segni Italiana) a vantaggio di una comprensione ed espressione sicure, una sorta di tutela a garanzia della loro salute.
Vero anche che le nuove generazioni di portatori di impianti cocleari o di protesi avanzate hanno sviluppato capacità di espressione e linguaggio notevoli, grazie a un costante lavoro logopedico e tanta forza di volontà.