L’intervento di un logopedista può essere di grande aiuto per i piccoli nati prematuri, e tanto più precoce è il primo contatto con questa figura, maggiori saranno i vantaggi per i piccoli. A sostenerlo è uno studio realizzato da esperti della Federazione logopedisti italiani presentato in occasione del congresso della Società italiana di otorinolaringologia, da cui è emerso che la presenza di un logopedista in terapia intensiva neonatale può ridurre il tempo necessario affinché i piccoli prematuri imparino ad alimentarsi da soli, oltre ad accorciare la durata del ricovero in ospedale.
Interventi su misura
Gli interventi devono essere tarati su ciascun piccolo paziente, spiegano gli esperti, e basarsi sull’individuazione di rimedi personalizzati mediante strategie, posture e manovre e utilizzo di ausili come ciucci, tettarelle e biberon adatti alle specifiche situazioni.
Diversi disturbi
Ogni anno nel nostro Paese circa 50mila bambini nascono prima della 37° settimana di gravidanza. Di questi, il 2% nasce prima della 32° settimana. Diverse sono le conseguenze cui può andare incontro un bambino a causa della prematurità, e i disturbi possono essere tanto più severi quanto maggiore è l’anticipazione della nascita rispetto alla data presunta del parto: si possono avere danni gravi a lungo termine come sordità o deficit mentali, disturbi di diversa severità a carico del linguaggio e dell’apprendimento, oltre a deficit dell’attenzione e iperattività. Gli esperti riuniti al congresso spiegano inoltre che alcuni disturbi possono insorgere come conseguenza dei trattamenti ricevuti in terapia intensiva, tra cui l’intubazione e l’assunzione di farmaci che possono compromettere la capacità di muovere correttamente la bocca.
Il logopedista può fare la differenza
L’intervento precoce del logopedista può fare la differenza, spiega Sara Panizzolo, logopedista nell’Unità di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale all’Ospedale Monaldi di Napoli e autrice dello studio: “Effettuare un trattamento precoce significa ridurre la probabilità che le alterazioni funzionali si protraggano nel tempo, con ripercussioni negative sulla sfera evolutiva ma anche su quella affettiva e sulla relazione mamma/bambino. Il logopedista deve inoltre essere coinvolto anche dopo la dimissione del bambino dall’ospedale perché può aiutare a individuare gli indicatori di rischio per eventuali disturbi neuro-evolutivi successivi, e predisporre un programma individualizzato per prevenire eventuali disabilità o, se è già presente un danno, per definire un percorso di recupero”.
Da sapere!
Il 50% dei nati prematuri dovrà fare i conti con disturbi del linguaggio e dell’apprendimento.
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