Inquinamento acustico. Il 16,2% degli italiani soffre per il rumore di abitazioni vicine o dalla strada

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L’inquinamento acustico riguarda circa un quarto della popolazione europea che ha riferito di aver riscontrato problemi con il rumore provenienti dai loro vicini o dalla strada. Il record a Malta (26,2%). Poi Germania (25,1%) e Paesi Bassi (24,9%). Il nostro Paese si trova a metà classifica (di poco sotto la media UE) se si considerano le percentuali 2016 (ultimo anno per il quale Eurostat fornisce il dato per quasi tutti i Paesi).

04 GEN – Nel 2016, il 17,9% della popolazione dell’Unione europea (UE) ha riferito di soffrire di rumori provenienti dai vicini o dalla strada. Non sorprende che questa percentuale sia più del doppio per le persone che vivono in città (23,3%) rispetto a quelle nelle zone rurali (10,4%).

Tra i problemi più comuni che può causare una sovraesposizione al rumore, si rilevano sordità, danni al timpano, vertigini; o ancora aumento della pressione e del battito cardiaco, disturbi del sonno, interferenza con la comunicazione verbale. In Italia esiste una normativa, la legge 445/1995, che riconosce le diverse forme di inquinamento acustico e stabilisce i principi fondamentali in materia di tutela sia negli ambienti di lavoro, sia negli ambienti di vita.

L’Italia, secondo l’ultima rilevazione Eurostat, si trova, anche se al di sotto della media Ue 28, a metà classifica se si considerano le percentuali 2016 (ultimo anno per il quale Eurostat fornisce il dato per quasi tutti i Paesi).

Con una differenza che spicca pressoché in tutte le nazione europee: a soffrire di più dei rumori sono le fasce più povere della popolazione, quelle che Eurostat classifica al di sotto del 60% del reddito mediano (escludendo cioè in picchi minimi e massimi) equivalente. Tranne in Grecia e Croazia, infatti, questa fascia di reddito è più elevata della media totale in tutti i paesi, mentre quella al di sopra del 60% del reddito mediano equivalente, tranne Romania, Grecia, Polonia e Croazia, è sempre più bassa della media totale.

In Italia ad esempio, rispetto al massimo del 26,2% di Malta e al minimo del 7,9% dell’Irlanda, la percentuale media totale di chi soffre dei rumori è del 16,2% (in diminuzione di oltre il 2% rispetto all’anno precedente), mentre la fascia più povera raggiunge il 17% e quella più ricca si ferma al 15,9% contro una media Ue 28 nelle tre situazione rispettivamente del 17,9%; 20,9% e 17,3 per cento.

Secondo la rilevazione Eurostat poi, la percentuale di persone che hanno riferito di aver avuto problemi con il rumore dei loro vicini o della strada tende a diminuire con il numero di persone nella famiglia. Mentre quasi il 20,8% delle persone singole ha affermato di essere stato disturbato dal rumore del vicinato, questo ha colpito il 17,8% delle famiglie con due adulti e il 16,6% di quelle composte da tre o più adulti. Allo stesso modo, la quota è più alta per le famiglie senza figli a carico (18,4%) rispetto a quelle con figli a carico (17,5%).

In generale, tra gli Stati membri dell’Ue nel 2016, circa un quarto della popolazione ha riferito di aver riscontrato problemi con il rumore dei loro vicini o dalla strada. Record a Malta (26,2%) e in Germania (25,1%) e Paesi Bassi (24,9%). Seguono Portogallo (23,1%), Romania (20,3%), Grecia (19,9%) e Lussemburgo (19,7%).

All’estremo opposto della scala, la percentuale più bassa è stata registrata in Irlanda (7,9%), davanti a Croazia (8,5%), Bulgaria (10,0%) ed Estonia (10,4%).

 

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