Sordocecità: ogni bambino è unico, le disabilità sono sempre più oggetto di attenzione in Italia

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Sia grazie al lavoro costante delle Associazioni che se ne occupano, sia per l’Istat che ultimamente ha messo a punto delle statistiche molto più attendibili di quelle risalenti agli anni ’70.

I.P.

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Le disabilità sono sempre più oggetto di attenzione in Italia, sia grazie al lavoro costante delle Associazioni che se ne occupano, sia per l’Istat che ultimamente ha messo a punto delle statistiche molto più attendibili di quelle risalenti agli anni ’70.

È la sordo-cecità una delle cause di disabilità più comuni e meno considerate nel nostro paese. Il risultato terribile è che la convivenza delle due menomazioni porta chi ne è affetto all’isolamento, anche per la difficoltà di accedere ai normali percorsi formativi, fino al punto di essere escluso dalla società e dai rapporti umani.

I numeri reali della sordo-cecità in Italia: considerata per anni una sparuta minoranza, la comunità dei sordo-ciechi presenta numeri impressionanti. Solo in Italia, con i 190.000 casi accertati dalla ricerca Istat, essi rappresentano un rispettabile 3% della nazione. Di questi oltre la metà vive in condizioni di isolamento e non autosufficienza causata dalla menomazione, che nel tempo ha ostacolato sia la mobilità sia il corretto sviluppo socio-cognitivo. Occorre allora, come sostiene il direttore del dipartimento statistiche sociali dell’Istat, che si renda operativa la L. N. 107 del 2010, sviluppando un’assistenza adeguata alla sordo-cecità, visto che è stata riconosciuta come una disabilità specifica. Tra i sordo-ciechi prevale una fetta consistente di minori, circa 10.000, di cui il 38% ha difficoltà anche a livelli intellettivo, il 37% stenta a muoversi soprattutto se non è guidato, più del 20% accusa ritardi di sviluppo e problemi della comunicazione verbale, e il 40% cozza con le tecniche tradizionali di apprendimento. In sintesi gran parte delle conseguenze potrebbero essere evitate, o drasticamente ridimensionate, se l’ambiente nel quale sono immersi fosse adeguato alle disabilità, abbattendo le barriere e agevolando l’integrazione con adeguati progetti per bambini disabili, come quelli organizzati dall’associazione benefica Lega del Filo d’oro.

Aiutare i giovani sordo-ciechi prima che sia tardi: infatti, soprattutto per i giovani, c’è la forte propensione ad inserirli in ambienti che consentano loro di sviluppare, attraverso i vari linguaggi, un rapporto con il mondo che sia il più vivace ed attivo possibile, in modo da renderli partecipi, e stimolarli verso l’apprendimento e la comunicazione con gli altri, oltre che spingerli alla indipendenza motoria. Alla base di tutto ciò ovviamente stanno i linguaggi di comunicazione, che sono diversi in dipendenza delle disabilità, del grado delle stesse, e dell’agilità di apprendimento dei soggetti interessati. Generalmente sono più tattili che visivi, passando dalla compilazione delle lettere sulla mano, per chi già conosce l’alfabeto, al Braille tattile, al LIS gestuale e tattile. Ma anche i comportamenti possono diventare un linguaggio, come le forme semplici degli oggetti ricordare analogicamente un’azione. Sistemi come il Tadoma poi aiutano anche a recuperare la facoltà di articolare i suoni pur non sentendoli, cioè di poter parlare.

Immedesimarsi aiuta a capirli e aiutarli: è l’obiettivo de ‘Il nostro Rock&Roll’: un laboratorio sperimentale della Lega del Filo d’Oro al Summer Jamboree con la realizzazione di un’esperienza, per i normodotati che vogliano calarsi nel mondo dei disabili, di scoperta musicale da ciechi e sordi, diventando occasionalmente come loro grazie a bende e tappi per le orecchie. Tutto si svolgerà nello stand della LDFO dove sarà possibile percepire la musica abbracciando lo strumento che suona, ed assorbirne le vibrazioni attraverso il tatto e il corpo, come un qualunque disabile sordo-cieco.

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