Emma, 4 anni, recita una poesia che ha ripassato bene con papà.
Nulla di strano se non fosse che è nata sorda profonda e porta un impianto cocleare che le permette di sentire e di rispondere non solo alle domande della dottoressa Eliana Cristofari, che dirige il reparto di Audiovestibologia del Circolo, ma anche la voce di mamma e amichetti della scuola dell’infanzia.
di Laura Botter
Basterebbe questa istantanea a dare l’idea dello straordinario lavoro svolto, ogni giorno nel reparto considerato tra i migliori in Italia e al mondo con una storia quasi trentennale, che opera per restituire l’udito ai sordi. L’occasione per scoprirlo un po’ di più c’è stata ieri grazie al vicario episcopale, monsignor Franco Agnesi, invitato a visitare il centro.
Una presenza gradita «e importante per far conoscere la nostra realtà – ha detto la dottoressa Cristofari – a quante più persone possibili in particolare a Varese e nel Varesotto. La seconda perchè la sua figura è quanto mai indispensabile in questa fase storica, perchè accogliamo persone da tutte le parti del mondo e ci troviamo a vivere direttamente i loro problemi».
Con lei Andrea Larghi, direttore sanitario dell’ospedale varesino, il presidente, il direttore e il consigliere dei Pio Istituto Sordi, Daniele Donzelli, Stefano Cattaneo e Oreste Premoli, nonché Tiziana Basso Roi, presidente dell’Associazione genitori e utenti Audiovestibologia Varese che hanno dato una visione d’insieme del percorso, con i pro e senza nascondere i contro, per far comprendere, come qui venga trattata la sordità da zero a cento anni, con un rapporto di pazienti di due bimbi per ogni adulto.
Sono fondamentali precocità e tempestività d’intervento, già dai primissimi mesi di vita, quando viene collocato l’impianto cocleare «l’orecchio bionico che garantisce al bambino un futuro di normalità, se ben gestito da un team di professionisti in grado di lavorare ad ampio raggio per gestire il problema della sordità». Una realtà conosciuta all’estero che lavora nel presente, ma pensa al futuro. Il segreto è nel gruppo di lavoro. «Un’equipe con grandi capacità di diagnosi, un forte team di riabilitatori, medici in grado di capire e gestire tutto dall’inizio alla fine, la parte chirurgica di un intervento delicato, brave famiglie che aiutino la persona a compiere il percorso». Un centro d’eccellenza che arriva fino ai 90 impianti annui. «Sono oltre 1.540, quelli effettuati nel corso del tempo, dal 1991».
Un lavoro dei medici, in primis il dottor Sandro Burdo, predecessore di Cristofari come responsabile del Servizio di Audiovestibologia che con la direzione dell’ospedale «seppur con difficoltà hanno creduto e investito in questo centro portandolo ad essere il primo per impianti cocleari in Italia». Per andare avanti servono gente, risorse e buona volontà».
«La maggior parte delle spese sono sostenute dal sistema sanitario nazionale – prosegue la dottoressa – e, in parte dall’associazione Aguav, supportata dal Pio Istituto dei Sordi e dall’autotassazione».
Un aiuto necessario per aiutare la ricerca e laddove ci siano spese, anche per le risorse umane, che il sistema sanitario nazionale o le economie interne dell’azienda ospedaliera non possono sostenere.
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