«È nostra intenzione capire come le diverse forze politiche vorranno approcciarsi durante la prossima legislatura al tema della disabilità e, allo stesso tempo, vogliamo obbligare chi andrà al governo del Paese a combattere l’abbandono, bandire la segregazione, dare concretezza all’uguaglianza delle opportunità e all’inclusione sociale delle persone con disabilità».
Così il presidente della FISH, Vincenzo Falabella, chiede alla politica nazionale «non semplici spot elettorali, ma un vero e proprio contratto che le forze politiche dovranno sottoscrivere con la Federazione e di conseguenza con l’intero movimento associativo delle persone con disabilità e con le loro famiglie». E annuncia che la Federazione Italiana Per il Superamento dell’Handicap per facilitare tutto ciò ha elaborato un documento “appello” programmatico articolato in punti, dettagliati ed armonici tra di loro, attraverso cui si chiede: politiche e servizi inclusivi, strumenti normativi ed interventi normativi adeguati, il tutto in linea con i principi valoriali della Convenzione Onu sui diritti per le persone con disabilità, e con le indicazioni operative contenute nelle diverse norme esistenti – e in fase di completamento – come la Legge Delega sulla disabilità..
Continua Falabella: «nonostante le leggi e i riferimenti teorici ci siano, la realtà è tutta diversa: la disabilità è tutelata solo a parole, perché la politica non sa concretamente sostenerla. E non si impegna a farlo, come dimostra anche l’attuale campagna elettorale in cui, fino a questo momento, il tema non è proprio entrato, o quantomeno non si è sentito nessun leader politico parlare di disabilità e delle azioni da perseguire qualora andranno a governare il nostro paese».
«Ci prepariamo, quindi, ad una estate impegnativa, sicuramente calda. Non si può abbassare la guardia». Per questo, prosegue il Presidente FISH: «le proposte che facciamo al mondo politico contengono le richieste di una cittadinanza piena e integrale delle persone con disabilità e delle loro famiglie, ed offrono suggerimenti e indicazioni per ripensare, in questa delicatissima fase del nostro Paese, complessivamente una società più giusta, coesa e rispettosa delle tante diversità».
«In altre parole e detta in altri termini», conclude Falabella: «queste richieste comportano una sostanziale riforma dell’attuale sistema di welfare che è attualmente basato principalmente sul sistema di protezione e che dovrà essere profondamente modificato, invece, nella direzione di un nuovo modello basato sui diritti umani, civili e sociali».
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