Stiamo assistendo tutti al profondo rosso delle borse internazionali, dopo lo tsunami provocato dai forti dazi introdotti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump verso le merci importate da mezzo mondo. Le ripercussioni sui mercati internazionali non hanno tardato a piombare già dalla giornata di sabato: in Europa in sono andati bruciati in due giorni 890miliardi.
Mentre i governi – europei e non solo – studiano le prossime mosse per rispondere in qualche misura a questa guerra commerciale, gli analisti tracciano previsioni poco rosee sulle conseguenze che si potranno avere sul prossimo futuro sull’economia globale e, per effetto domino, anche sul fronte dei prezzi e dei costi di beni e prodotti che, inevitabilmente, ricadranno anche sui cittadini.
La FISH, a questo proposito, lancia l’allarme, mettendo in guardia da ricadute che, colpendo persone già in condizioni di vulnerabilità economica, vedono tra i soggetti più a rischio anche le persone con disabilità e le loro famiglie.
“L’aumento dei prezzi dei beni di consumo, effetto diretto delle misure annunciate, potrebbe aggravare ulteriormente il carico economico per chi affronta quotidianamente costi aggiuntivi legati alla disabilità – spiega il presidente FISH e consigliere CNEL, Vincenzo Falabella. “Spese per ausili, servizi di assistenza, terapie e dispositivi tecnologici rischiano di diventare ancora meno accessibili, mettendo a rischio l’autonomia e la qualità della vita. Le famiglie monoreddito, in particolare, si troverebbero ad affrontare un’ulteriore compressione del potere d’acquisto”.
Nel ricordare che in Europa, la Strategia per i Diritti delle Persone con Disabilità 2021-2030 promuove l’inclusione e la piena partecipazione alla società, FISH solleva un timore, segnalando che “Questi obiettivi possono essere compromessi se le tensioni internazionali si traducono in tagli alle risorse pubbliche e ai servizi essenziali. È fondamentale che l’Unione Europea adotti una strategia di de-escalation commerciale, agendo in modo unitario per difendere le fasce più fragili della popolazione”.
La richiesta della FISH è quindi quella che in molti fanno all’UE in queste ore: “L’Unione Europea deve reagire con tempestività e responsabilità, promuovendo una de-escalation delle tensioni commerciali, garantendo il sostegno alle fasce più vulnerabili della popolazione. Le politiche economiche e commerciali non possono essere scollegate dagli impatti sociali che generano. È essenziale garantire che nessuna misura, nemmeno sul piano internazionale, comprometta i diritti e il benessere delle persone con disabilità e delle loro famiglie”, ha ribadito Falabella.
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