Tagli al fondo per la disabilità. Cara ministra Locatelli, a cosa serve il suo ministero?

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È prevista una decurtazione di 450 milioni di euro al Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità che raccoglie risorse destinate a vari ambiti

A cosa serve un ministero per la Disabilità? Ad aiutare le persone con disabilità o a gettare fumo negli occhi facendo credere che la politica si interessi di loro? Considerato ciò che sta accadendo, la risposta giusta è la seconda. È previsto un taglio di 450 milioni di euro al Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità, che raccoglie risorse destinate a vari ambiti. Si va da quello per l’assistenza specialistica all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità, creato con la manovra per il 2022, erogato dagli enti locali e già molto carente, a quello per l’inclusione delle persone con disabilità istituito nel 2021 pari a 50 milioni di euro e che non verrà rifinanziato, passando per quello destinato ai caregiver familiari e il fondo per l’inclusione delle persone sorde, creati rispettivamente nel 2018 e nel 2019.

Queste somme sono sparite. Dall’articolo 40 della Legge di bilancio si evince che da gennaio 2024 sarà disponibile un fondo di soli 231 milioni di euro, anziché 350, riassorbiti perché inutilizzati a causa della mancanza dei decreti attuativi e che la ministra per la Disabilità Alessandra Locatelli aveva assicurato sarebbero stati ripristinati. Inoltre, nel comma 6 di questo stesso articolo c’è scritto che il fondo sarà rimpinguato con 85 milioni di euro ma a decorrere dal 2026. Su questa ulteriore beffa del governo interviene Giovanni Cupidi, attivista delle persone con disabilità, sottolineando come non ci sia da parte della politica la percezione reale delle difficoltà che vive chi ha una disabilità e della sua famiglia.

“Riescono a comprendere come per chi vive forme di disabilità gravissima due anni sono un tempo nel quale si può anche morire e in ogni caso che tali risorse sono necessarie adesso e subito? A quanto pare no e questo palesa non solo la scarsa umanità nei confronti di chi è più in difficoltà ma anche una totale assenza di quella cultura della disabilità necessaria soprattutto a chi ci governa”, conclude Cupidi.

Tutto questo ricadrà sulle spalle di circa 3 milioni e mezzo di persone con disabilità, che vedranno la loro condizione peggiorare ancora di più se la Legge di bilancio venisse varata così com’è. “Auspichiamo che la manovra venga corretta, e si dia un segnale al mondo della disabilità e dei caregiver, un esercito di otre 7 milioni di persone che, ad oggi, sono ancora figure non riconosciute e tutelate da una legge, attesa da troppo tempo”, spiega Sebastiano Amenta, vicepresidente dell’associazione “20 novembre onlus”. C’è ancora tempo per risolvere questa situazione disastrosa, basterebbe che la ministra presentasse degli emendamenti per usufruire fin da ora delle risorse “scippate”. Accadrà?

di Patrizia Gariffo – Redazione Palermo La Repubblica

 

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