ROMA – In una nata la Federazione per il superamento dell’handicap (Fish) esprime una forte preoccupazione per le migliaia di famiglie coinvolte nella cura di persone con disabilità in merito alle recenti decisioni sul nuovo fondo unico individuato in Legge di Bilancio, più nello specifico l’intervento su Ape sociale e Opzione donna.
Tale intervento andrà ad impattare sulle lavoratrici badanti che potranno andare in pensione con 36 anni di contributi e 63 anni di età. Ad oggi invece potevano andare in pensione con 30 anni di contributi.
Le donne badanti svolgono un ruolo fondamentale nell’assistenza e nell’inclusione delle persone con disabilità all’interno della comunità. Spesso dedicano anni alla cura dei propri cari, rinunciando a opportunità lavorative e sacrificando le proprie carriere. La misura fa riferimento anche alle donne con invalidità almeno al 74%, che sarebbero penalizzate al pari delle badanti.
“Tale decisione rischia di avere un impatto significativo non solo sulla vita delle donne ma anche sul benessere delle persone con disabilità stesse. Tale provvedimento potrebbe essere da volano per una forzata istituzionalizzazione per le persone con disabilità con un aumento spropositato della spesa sanitaria. Per questo chiediamo al governo di riconsiderare queste misure e di adottare politiche che valorizzino il contributo straordinario delle donne lavoratrici badanti. In un momento in cui la società italiana si trova di fronte alle sfide dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento delle persone con disabilità, è fondamentale che il governo riconosca l’importanza di garantire diritti e supporto adeguati alle donne che dedicano la propria vita all’assistenza dei loro familiari con disabilità”. A dirlo il presidente di FISH, Vincenzo Falabella.
Redazione Redattore Sociale