Pensioni, sale all’85% la rivalutazione per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo. Opzione donna, resiste la nuova versione

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Redazione Il Messaggero

Orlando: intercettazioni in manovra, Stato di polizia?

«Attenzione a emendamento governo su intercettazioni preventive che le sgancia completamente da ogni ancoraggio dalle intercettazioni investigative e le pongono sotto il controllo politico con la scusa del finanziamento mef! Stato di polizia?». Lo scrive su twitter l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando (Pd).

Pd: ci impediscono di lavorare, appello a Fontana

«Nell’ufficio di presidenza la prima volta il presidente della commissione Bilancio si è preso la responsabilità di chiudere le porte della commissione alle opposizioni. Hanno deciso da soli, con i soli voti della maggioranza di arrogarsi il diritto di riconvocarci in serata dopo che hanno chiuso le loro trattative». Lo dice capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani. «Abbiamo chiesto con forza al presidente della Camera Lorenzo Fontana di chiedere al presidente della Bilancio di riconvocare l’ufficio di presidenza e la commissione – ha aggiunto – perché vogliamo lavorare alla manovra, non possono impedirci di farlo».

30 milioni in più alle scuole paritarie dal 2023

Arriva un incremento di 30 milioni a decorrere dal 2023 del contributo per le scuole paritarie. È quanto prevede una delle norme contenute in uno dei pacchetti di emendamenti depositati in nottata dal governo alla manovra.

M5S: già usati almeno 200 milioni dote parlamentare

«Sicuramente 200 milioni sono stati usati», quello che rimane «lo sapremo più tardi perché abbiamo chiesto di saperlo». Così il capogruppo M5s in commissione Gianmauro Dell’Olio a chi gli chiede della dote parlamentare per le modifiche parlamentari. «Sono totalemente allo sbando – dice più in generale Dell’Olio – perché non si può arrivare al 19 dicembre così e stanno dimostrando una enorme e totale incapacità organizzativa e gestionale»

Proroga dei giochi pubblici, 275 milioni in due anni

Proroga di un ulteriore anno, fino al 31 dicembre 2024, delle concessioni per la raccolta a distanza dei giochi pubblici, in scadenza al 31 dicembre 2022. Lo prevede un emendamento del governo alla manovra che estende di un altro anno i termini già portati dalla legge di bilancio al 31 dicembre 2023. La misura, che riguarda le concessioni per i gioco a distanza, bingo, apparecchi da intrattenimento e scommesse, genera per le casse dello Stato entrate pari per oltre 275 milioni in due anni (98,67 milioni nel 2023 e 176,68 milioni nel 2024).

Nessuna decisione in capigruppo della Camera

Nulla di fatto alla conferenza dei capigruppo della Camera dedicata ai tempi di esame della manovra. Il presidente Fontana dopo oltre un’ora di dibattito si è riservato di convocare una nuova capogruppo stasera o domattina dopo aver parlato col presidente della commissione Bilancio. La maggioranza ha ribadito che occorre chiudere l’esame in Aula al più tardi nella notte tra il 23 e il 24 dicembre; l’opposizione lamenta il fatto che l’esame sia sospeso in commissione sino a stasera. «Questa notte è stata presentata una manovra sostitutiva, che contiene norme ordinamentali, chiaramente inammissibili», dice Matteo Richetti di Azione.

Attesi emendamenti relatori, poi commissione ad oltranza

Attesi nel pomeriggio gli emendamenti dei relatori alla manovra che vanno ad aggiungersi al pacchetto di cinque depositati dal governo. Alla ripresa dei lavori alle 18.30 la maggioranza, secondo quanto viene riferito, sarebbe intenzionata a proseguire ad oltranza per chiudere in nottata il provvedimento.

Commissione Bilancio convocata alle 18.30, protestano le opposizioni

Opposizioni all’attacco dopo che l’ufficio di presidenza della commissione Bilancio ha stabilito la ripresa dei lavori sulla manovra alle 18.30. Il centrosinistra proponeva di riprendere alle 14 ma – secondo quanto riferito – ha prevalso la linea della maggioranza. «Usano i tempi della commissione per farsi i fatti loro», attacca Debora Serracchiani. «Il presidente non svolge un ruolo di garanzia», dice Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in commissione. «La verità è che la manovra non è pronta», sottolinea Marco Grimaldi di Avs.

Regole ad hoc per le intercettazioni degli 007, fondi ai servizi

Regole ad hoc per le intercettazioni preventive legate alle attività di intelligence. Le prevede uno degli emendamenti del governo alla manovra che trasferisce dal ministero della Giustizia al sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica le spese per le intercettazioni ai fini di intelligenze. L’autorizzazione spetta al procuratore generale della procura di Roma, le intercettazioni possono durare «40 giorni» prorogabili «per periodi successivi di venti giorni». Va redatto un «verbale sintetico» da depositare entro 30 giorni dalla fine delle intercettazioni che vanno distrutte dopo le comunicazioni del premier a Copasir.

Opzione donna per ora non cambia

Opzione donna, così come formulata nella manovra, per ora non cambia. Negli emendamenti del governo non compare infatti alcuna modifica della misura. Che quindi al momento prevede per il 2023 la possibilità dell’anticipo pensionistico con un’età di 60 anni, che può essere ridotta di un anno per ogni figlio e nel limite massimo di 2 anni, ma limitatamente a tre categorie specifiche di lavoratrici: caregiver, invalide almeno al 74% licenziate o dipendenti da aziende con tavolo di crisi. Il Pd insiste però per tornare alla versione attualmente in vigore, senza vincoli legati ai figli e valida dunque per tutte le donne.

Sale a 85% adeguamento pensioni tra 4 e 5 volte il minimo

Cambia la norma della manovra che rivede per il 2023 e 2024 la rivalutazione automatica delle pensioni. È quanto si evince da uno degli emendamenti del governo. Viene, infatti, portata dall’80 all’85% la rivalutazione per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (circa 2000-2500 euro). Mentre per le pensioni più alte gli scaglioni vengono rivisti con una riduzione della percentuale: dal 55% al 53% per quelle tra 5 a 6 volte il minimo; da 50% a 47% tra 6 e 8 volte il minimo da 40% a 37% da 8 a 10 volte il minimo e da 35% a 32% negli assegni oltre 10 volte il minimo (oltre 5000 euro).

Innalzamento pensioni minime over 75 solo per il 2023

L’innalzamento a 600 euro delle pensioni mime per gli over 75 vale per il momento solo per il 2023. È quanto si evince dal fascicolo degli emendamenti bollinati del governo alla manovra.

Dall’estensione del taglio del cuneo fiscale alle decontribuzioni per chi stabilizza i percettori di Rdc, ma anche le pensioni minime a 600 euro per gli over 75 e l’assegno unico maggiorato per le famiglie numerose. Sono alcune delle novità del pacchetto di emendamenti depositato dal governo in commissione Bilancio e illustrato ieri dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

 

 

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