Meloni, manovra da 35 miliardi: stop al caro bollette, fine Rdc, quota 103

Via libera dal Cdm. Ora tocca al Parlamento, previo ok di Bruxelles. Camera e Senato hanno poco tempo: fino al 31 dicembre

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Italian Prime Minister Giorgia Meloni during a press conference in Rome, Italy, 22 November 2022. ANSA/FABIO FRUSTACI

di Domenico Coviello VelvetMag

Il Governo Meloni ha approvato in Consiglio dei ministri la manovra economica per la legge di bilancio 2023. Un progetto di spesa da 35 miliardi. “Sono molto soddisfatta del lavoro fatto” dice la premier. Ecco alcuni dei capitoli principali.

“Questa manovra – spiega Meloni in conferenza stampa – la presenta un Governo che in appena un mese l’ha scritta. Alla base della norma, che conta complessivamente 35 miliardi di euro, ci sono due grandi priorità: la crescita, cioè mettere in sicurezza il tessuto produttivo” e, dall’altra parte “la giustizia sociale.” “Vale a dire l’attenzione alle famiglie e ai redditi più bassi“.

Manovra, caro bollette

Lo Stato interviene per calmierare le bollette per le famiglie” precisa quindi Meloni riguardo alla manovra. “L’Isee massimo lo portiamo da 12mila a 15mila euro. La platea per le famiglie si allarga ma chiaramente la misura è per quelle più bisognose. E vale 9 miliardi di euro.” “Come promesso, la voce maggiore di spesa della manovra riguarda il tema del caro bollette. Su una manovra di 35 miliardi, i provvedimenti per l’energia sono di circa 21 miliardi.” “Confermiamo e aumentiamo i crediti dal 40% al 45% per le aziende energivore e fino al 35% per le non energivore.”

Tre ‘flat tax’ (tre tasse piatte)

Nella manovra ci sono “tre tasse piatte“. Tra cui quella “sui redditi incrementali alle partite Iva che hanno una tassa piatta del 15% sul maggiore utile conseguito rispetto al triennio precedente con soglia massima 40mila euro. Il che dimostra che si tratta di una misura rivolta al ceto medio, che non favorisce i ricchi e riconosce i sacrifici di chi lavora“, afferma Meloni. La premier ricorda l’aumento della flat tax a 85mila euro e “l’introduzione della tassa piatta al 5% sui premi di produttività fino a 3mila euro, contro il 10% previsto attualmente, che fa il paio con estensione fringe benefit“.

Congedo parentale

Sul congedo parentale: io ho sempre pensato che molte madri non se lo potessero permettere con il 30% della retribuzione” dice Giorgia Meloni sulla manovra. “Noi abbiamo aggiunto un mese di congedo facoltativo retribuito all’80% e utilizzabile fino al sesto anno di vita. Una sorta di salvadanaio del tempo senza ritrovarsi in condizioni economiche difficili.”

Bambini e assegno

I provvedimenti per la famiglia e la natalità presenti nella manovra economica del Governo Meloni “valgono un miliardo e mezzo di euro” asserisce la premier. “Una scelta che non ha molti precedenti. L’assegno unico lo abbiamo aumentato del 50% a tutti per il primo anno di vita del bambino. Del 50% per tre anni per le famiglie numerose. L’Iva su tutti i prodotti della prima infanzia sarà al 5% e anche per quello che riguarda i dispositivi igienici femminili non compostabili. Si confermano poi le misure per l’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie.”

Pensioni in manovra

Il meccanismo della manovra del Governo consentirà una rivalutazione “delle pensioni” con le “minime al 120%“. Il meccanismo di rivalutazione in aumento sarà fino alle pensioni di 2mila euro. Poi “mano a mano l’aumento diminuisce fino alle pensioni oltre 10 volte la minima, cioè sopra i 5mila euro, per le quali l’indicizzazione la finiamo al 35%.” La manovra in materia pensionistica interviene “sullo scalone pensionistico. Senza un intervento dal 1 gennaio 2023 sarebbe scattata la pensione a 67 anni“. Si potrà invece andare in pensione “a 62 anni con 41 anni di contributi (la cosiddetta quota 103, ndr.) ma con dei paletti di buon senso. Chi decide di entrare in questa finestra, fino a maturazione dei requisiti non potrà prendere una pensione superiore a 5 volte la minima.”

Reddito di cittadinanza

Sul reddito di cittadinanza, “siamo fedeli ai nostri principi, si continua a tutelare chi non può lavorare” spiega la premier. “Aggiungiamo anche le donne in gravidanza. Ma per chi può lavorare si abolirà alla fine del prossimo anno e non lo si potrà percepire per più di 8 mesi. Decade alla prima offerta di lavoro.”

 

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