di Enrico Marro e Claudia Voltattorni – Corriere
Interventi sulle pensioni e contro il caro energia. Ma no al salario minimo per legge
La tassa sugli extraprofitti a carico del settore energetico verrà «riscritta», ha annunciato la premier Giorgia Meloni, nella replica ieri al Senato, prima del voto di fiducia. La tassa, varata dal governo Draghi, con un’aliquota del 10% poi aumentata al 25%, ha garantito finora solo un paio di miliardi rispetto ai 10 preventivati. Verrà riscritta per garantire un maggior gettito che, dice Meloni, insieme con le maggiori entrate del previsto garantite dall’inflazione, finanzierà i provvedimenti d’emergenza per sostenere le imprese e le famiglie contro il caro-bollette. Poi arriveranno, ha aggiunto la presidente del Consiglio, soluzioni «strutturali», tra le quali l’aumento della produzione nazionale di gas e lo sblocco dei parchi eolici e solari. Tra le novità della replica, il no al salario minimo per legge: meglio estendere la contrattazione, tagliare il cuneo (due terzi a favore dei lavoratori e un terzo delle imprese), premiare le aziende che fanno assunzioni aggiuntive.
Bollette, extraprofitti per finanziare gli aiuti Sì ai Bonus sociali
«Interverrò sulle bollette», ha promesso la premier Giorgia Meloni, parlando di «sostegno imponente» per famiglie e imprese perché «l’emergenza è immediata». Per elettricità e gas, ci saranno «interventi ben calibrati». Le risorse? Dall’extragettito dello Stato, ma anche e soprattutto dagli extraprofitti «con una norma — sottolinea Meloni — che va riscritta». C’è l’intenzione di prorogare ma anche emendare le misure decise dal governo Draghi collegandosi al decreto Aiuti ter ora alla Camera: sì ai bonus sociali per le famiglie, ma automatici e slegati dall’Isee. Prorogati a tutto dicembre i crediti per le imprese.
Pensioni, proroga delle flessibilità La soglia di 41 anni
La premier Giorgia Meloni ha detto che sulle pensioni, per ora, si prorogheranno le misure di flessibilità in scadenza a fine anno. Si tratta di Opzione donna (lavoratrici con 35 anni di contributi e 58 anni d’età, 59 se autonome), dell’Ape sociale (consente a categorie di lavoratori svantaggiati il pensionamento a 63 anni d’età e 36 o 30 anni di contributi, secondo i casi) e di Quota 102 (in pensione con 64 anni d’età e 38 di contributi). Ulteriori flessibilità dovranno fare i conti con le compatibilità di bilancio. La Lega preme per rendere possibile Quota 102 anche con 61 anni d’età e 41 di contributi.
Via alle estrazioni di gas in Italia. Spinta alle rinnovabili
Per combattere il caro gas, il governo punta alla «ripresa dell’estrazione del gas nazionale», dice la premier Meloni che cita Enrico Mattei: «Le risorse nazionali vanno ottimizzate come chiede l’Europa». Si tratterà di «misure a medio-termine» per «liberare l’Italia da una dipendenza energetica inaccettabile». Ecco quindi tornare in campo il dossier trivelle studiato dall’ex ministro Roberto Cingolani che incrementerebbe la produzione di gas di 6 miliardi di metri cubi. Ma il programma energetico del governo riguarderà anche lo sviluppo delle fonti rinnovabili, dal solare, al geotermico, all’eolico.
Verso la tregua fiscale Flat tax al 15% fino a 100 mila euro
Con un decreto legge che accompagnerà la manovra di Bilancio per il 2023 arriveranno nuovi provvedimenti di sanatoria sulle cartelle fiscali. Una terza operazione di «saldo e stralcio» per cancellare i piccoli debiti (mille o duemila euro) forse fino al 2015 e una «rottamazione» quater per pagare i debiti maggiori con sanzioni e interessi minimi (5%) e con una rateizzazione almeno quinquennale. Nella manovra entrerà un primo taglio del cuneo fiscale (obiettivo è ridurlo gradualmente di 5 punti), la flat tax del 15% per le partite Iva fino a 100mila euro e quella «incrementale» sui redditi in più dichiarati rispetto agli ultimi 3 anni.
Resterà il superbonus ma l’aliquota sarà più bassa
Al governo, il mondo dell’edilizia chiede certezze sul Superbonus 100% e su tutti gli altri bonus edilizi grazie ai quali il settore delle costruzioni è riuscito a ripartire dopo anni di crisi profonda. Il Superbonus, ideato dal Movimento Cinque Stelle, rimarrà ma sarà rimodulato e reso più semplice nel meccanismo della cessione del credito. Calerà l’aliquota del 110% che potrebbe arrivare all’80%. Anche se la premier Meloni ha detto di voler «archiviare finalmente la logica dei bonus», il governo potrebbe stabilizzare quelli legati all’edilizia, però riformandoli e prolungandone i tempi per una maggiore continuità a tutto il settore.
Stop al sussidio per chi può lavorare. Più formazione
Il Reddito di cittadinanza verrà tolto a coloro che possono lavorare. Resterà, invece, per gli altri. Nel 2022 il sussidio ai poveri è andato a 1,6 milioni di famiglie (3,6 milioni di individui). Ogni famiglia ha ricevuto in media 552 euro al mese. Per quest’anno si stima una spesa di circa 8 miliardi. Secondo il monitoraggio dell’Anpal, a giugno 2022, i beneficiari del Reddito tenuti alla sottoscrizione del patto per il lavoro erano solo 660mila, mentre quelli già occupati appena 173mila (ma con un reddito da lavoro così basso da far loro ottenere il sussidio). Per chi può lavorare sarà potenziata la formazione e il servizio di collocamento.