Se è già tragico che la signora Giorgia Meloni non abbia provato alcuna vergogna nel proporre un personaggio come Eugenia Roccella alla guida delle pari opportunità, la neo ministra si è già lanciata nel teorizzare che il suo ruolo non sarebbe quello di garantire l’applicazione dell’articolo 3 della nostra Costituzione.
Redazione Gayburg
A detta sua, «il Ministero per le Pari opportunità è nato sulla spinta del movimento delle donne, ma poi l’ombrello si è allargato, diventando un titolo generico sotto il quale rubricare un po’ di tutto. Io vorrei tornare a occuparmi delle tante ingiustizie che subiscono le donne, che mi sembra non siano affatto diminuite, anzi forse sono aumentate».
In altre parole, lei vuole occuparsi solo degli angeli del focolare ed invischiarsene di chi è vittima di omofobia o razzismo come hanno fatto i suoi predecessori.
Il senatore Ivan Scalfarotto ha commentato: «Per la Ministra o non ci sono altre ingiustizie da risolvere, perché il resto è a posto e dunque Roccella non vede verificarsi in Italia alcuna discriminazione sulla base dell’etnia, della nazionalità, della fede religiosa, della disabilità, dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere oppure le opportunità a cui pensa la Ministra Roccella non sono evidentemente pari, ma dispari.
È chiaro che il lavoro da fare per una completa parità uomo-donna è ancora tanto ed è giusto che gli sforzi del Governo siano concentrati al massimo su questo» ma «questo non può e non deve escludere un lavoro paritario su tutti coloro che vivono potenziali discriminazioni. Il principio dell’eguaglianza sostanziale deve essere garantito per tutte le persone».
Anche Alessandro Zan critica la sparata della ministra, scrivendo sui social: «La ministra Roccella conferma già tutta la sua inadeguatezza. Occuparsi di pari opportunità non significa mettere gli uni contro gli altri secondo una gerarchia, ma dare seguito all’art.3 della Costituzione, garantendo a tutte e tutti piena inclusione. Roccella parte malissimo!».