Disabilità sensoriali, Cgil Cisl e Uil Pesaro: «Dalla Regione scelte incomprensibili che si scaricano sui più deboli»

I sindacati: «Non prevista l'assistenza in ambito domiciliare, scelta non condivisibile, brutta pagina di relazioni istituzionali»

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PESARO – Disabilità e scelte, la critica dei sindacati alla delibera della Regione Marche. 

Cgil, Cisl e Uil Pesaro Urbino lanciano un messaggio chiaro.

«Nei giorni scorsi abbiamo partecipato al “Tavolo integrato Disabilità Sensoriale” convocato dall’ATS1 composto, oltre che dai sindacati, anche dagli enti di tutela e rappresentanza della disabilità sensoriale, l’ENS e la UICI. Il compito del tavolo condiviso era quello di creare le migliori condizioni ai fini educativi ai minori con disabilità sensoriale e conseguentemente alle loro famiglie.

Nell’incontro l’assessore pesarese Pandolfi, presidente del Comitato die Sindaci dell’ATS 1, ci ha comunicato che la delibera di giunta regionale “Interventi relativi all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche e sensoriali – Criteri per l’attuazione degli interventi e per il riparto delle risorse da trasferire agli Ambiti Territoriali Sociali -a.s. 2022/2023 “, non ha previsto la possibilità per gli Ambiti Territoriali Sociali (ATS) di erogare in forma “sperimentale”, l’assistenza in ambito domiciliare con la modalità di servizio a domanda, attraverso l’individuazione, a valle di un’apposita gara, del miglior operatore economico».

Per i sindacati «una incongruenza rispetto a tutto il lavoro svolto unitariamente nei mesi scorsi dal tavolo e condiviso con dalla Regione (che tra l’altro ha anche partecipato ad alcune riunioni) la quale non ha mai manifestato contrarietà alla sperimentazione proposta e che non pregiudicava o inficiava la possibilità per gli altri ATS della regione di continuare ad erogare il servizio con le modalità del “contributo”.

Ci risulta inoltre che anche il medesimo tavolo, a livello regionale, non avesse mai espresso alcuna contrarietà rispetto alla possibilità di sperimentare il servizio da parte dei territori che ne condividessero la volontà. Dunque un atto incongruo, inspiegabile per noi e di cui non conosciamo le motivazioni».

Ecco le conseguenze: «La scelta compiuta dalla giunta regionale, assolutamente non condivisibile, non consentirà un risparmio economico per le famiglie che si sarebbero rapportate direttamente con le cooperative sociali e garanzie per la continuità educativa». Poi il dato politico. «Un ulteriore aspetto ci preoccupa ancor più. Questa vicenda rischia di creare un precedente preoccupante nelle relazioni tra Istituzioni importanti come il Comune di Pesaro (ente capofila dell’ATS 1) e la Regione fino a ledere quel vicolo fiduciario su cui si basano tutti i rapporti tra le Istituzioni al di là dei necessari e vincolanti atti amministrativi differiti nei tempi. Non vorremmo che mai accadesse che questo fosse solo l’inizio di un conflitto istituzionale i cui effetti negativi poi si scarichino come sempre sui più deboli».

 

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