È lì dal 1700, al fianco delle persone sorde.
Ma ora rischia di chiudere tra fondi che mancano e lavoratori precari.
L‘Istituto statale per sordi, in via Nomentana, rappresenta il punto di riferimento per le attività di formazione e di ricerca in favore delle persone sorde: è così in tutta Italia, non solo a Roma. Ma la crisi fa paura. Le associazioni che portano avanti le attività (come Anios, l’Associazione interpreti di lingua dei segni italiana, il gruppo Silis, Il treno e la Compagnia teatrale laboratorio zero) lanciano l’allerta: «Dal 2007 l’Istituto è sotto commissariamento straordinario.
Nel corso di questi due decenni la situazione economica dell’Istituto, in passato florida, è andata fortemente peggiorando e oggi il disavanzo è di 2 milioni di euro».
Il buco purtroppo sta provocando gravi problemi al pagamento degli stipendi, ma anche la funzionalità di attrezzature e spazi. E ora il commissario pretende un canone di locazione alle associazioni impegnate da decenni nelle attività all’interno dell’Istituto.
Perciò queste ultime chiedono di avviare un tavolo di consultazione con i Ministeri, i rappresentanti della Conferenza Stato Regioni, le organizzazioni sindacali e la Commissaria straordinaria per individuare nuovi fondi e nuove forme di finanziamento.