(Arv) Venezia 19 ott. 2021 –      Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato con voto unanime il secondo piano triennale per il superamento delle barriere comunicative e la piena integrazione delle persone sorde e sordocieche attraverso la promozione della lingua dei segni e della lingua dei segni tattile.

Il piano 2021-2023 dà attuazione alla legge regionale 11/2018 che ha posto il Veneto all’avanguardia nel panorama nazionale nell’inclusione delle persone con problematiche uditive o sordocieche – ha ricordato la relatrice Simona Bisaglia (Zaia Presidente) – attraverso una rete di servizi e di azioni integrate che coinvolgono la sanità, l’assistenza sociale nella scuola, il mondo del lavoro, quello dell’informazione, i servizi pubblici.

Il piano per il riconoscimento della lingua dei segni e di quella tattile e per l’abbattimento delle barriere comunicative ha una dotazione complessiva di 21 milioni di euro nel triennio, di cui 10 riservati alle iniziative in ambito lavorativo con specifica attenzione al collocamento mirato e 7 per l’assistenza scolastica ai bambini e ragazzi con disturbi uditivi o sordociechi. Per interventi in ambito sanitario sono previsti 3,6 milioni di euro: finanzieranno prevenzione, campagne informative, servizi di interpretariato e videointerpretariato e di mediazione ‘de visu’, in particolare nei Pronto soccorso delle aziende sanitarie venete, nei servizi di accoglienza medica e in quelli di presa in carico sanitaria e sociosanitaria. Infine 471 mila euro sono dedicati a finanziare piattaforme informatiche e progetti per l’accessibilità e l’abbattimento delle barriere comunicative, d’intesa con le associazioni e gli enti di rappresentanza delle categorie interessate.

Si calcola che in Italia le persone affette da deficit uditivi siano 1.198.000, per tre quarti ultrasessantacinquenni, e che circa il 12 per cento della popolazione sia affetto da ipoacusìa. Nella scuola dell’infanzia e dell’obbligo in media un alunno su mille è affetto di sordità o gravi compromissioni uditive. “Non basta promuovere la lingua dei segni nella sanità e nelle scuole, iniziativa finanziata peraltro con risorse esigue, bisognerebbe investire di più nello screening neonatale e negli impianti cocleari nei primissimi mesi e anni di vita”, ha replicato dai banchi di minoranza Annamaria Bigon, vicepresidente della commissione Sanità. Anche per Francesca Zottis (Pd) la rete degli sportelli e dei servizi logopedici andrebbe potenziata e servirebbe investire di più e meglio nella sottotitolazione dei servizi pubblici e in sportelli di servizio per le persone con disabilità uditive.

Le istanze delle opposizioni sono confluite in due ordini del giorno, approvati all’unanimità, che impegnano la Giunta ad incrementare in tutto il territorio, in modo omogeneo, la rete logopedica regionale, sostenuta da apposite professionalità per il trattamento di deficit comunicativi e di linguaggio, e a considerare la sottotitolazione dei programmi televisivi tra i criteri di concessione dei contributi regionali.

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