Taurisano – Mascherine con un inserto trasparente, per evitare che le persone sorde si trovino in una “bolla” di isolamento comunicativo per via dell’obbligo di indossare dispositivi di protezione personale contro il Coronavirus: dal Comune di Taurisano arriva la richiesta, indirizzata al presidente della Regione Emiliano e della Provincia Minerva, di attivarsi per fare in modo che queste speciali mascherine vengano certificate, omologate e messe a disposizione dei cittadini.
Firmatari della richiesta sono il Sindaco Raffaele Stasi e l’assessore alle Pari opportunità Katia Seclì.
Produzione anche a Gallipoli
La mascherina toglie la possibilità di vedere il volto della persona, facendo venire meno un aspetto importante della comunicazione visiva. “L’obbligo dell’uso della mascherina ha fatto cadere le tante persone con deficit uditivi in un grave sconforto psicologico – si legge nella lettera indirizzata a Regione e Provincia –, perché purtroppo gli attuali dispositivi rendono impossibile la lettura del labiale, un atto importante questo, che permette loro di entrare in contatto con l’interlocutore, un codice che permette appunto al soggetto di relazionarsi col mondo”.
In Puglia le mascherine trasparenti sono ad oggi prodotte a Taranto (da Associazione Giorgioforever e Mister sorriso – volontari della gioia Ets) e a Gallipoli dalla stilista Irene Coppola, che fin dall’inizio della pandemia ha confezionato diverse migliaia di mascherine (non solo trasparenti, ma anche “standard”) distribuite gratuitamente.
Le mascherine trasparenti sono però dispositivi non ancora certificati, da qui la richiesta affinché le istituzioni avviino un iter che ne attesti la sicurezza e stabilisca degli standard.
Per i bambini, e per ritrovare il “diritto al sorriso”
L’uso di queste mascherine trasparenti potrebbe, del resto, essere esteso a tutti, non solo a persone con deficit uditivi: perché consentirebbe di salvare “il diritto al sorriso, e a una relazione sociale più umana”, si legge nella nota del Comune di Taurisano.
“La proposta nasce dalla richiesta di alcuni miei concittadini, i quali ringrazio per avermi ‘aperto un mondo’ – spiega l’assessore Seclì. – Ho sentito forte il bisogno di dare voce a questa problematica e, supportata dal mio Sindaco e dalle altre istituzioni, mi sono attivata.
Anche perché il cerchio di valutazione dell’uso di queste ‘mascherine alter’ si potrebbe allargare”.
Qualche esempio: “Immaginiamo i tanti bambini che da settembre non avranno la possibilità di vedere il sorriso, l’espressione della propria insegnante – prosegue Seclì. – La mimica facciale è codice fondamentale. Per cui ci tengo fortemente che chi di competenza prenda seriamente la questione e ne trovi soluzione. Molte associazioni si sono già attivate, ora spetta alla Regione brevettare, certificare e incentivare le stesse aziende alla produzione del dispositivo”.