OSIMO – «Non chiediamo deroghe alla normativa, siamo consapevoli che il virus non ne ammette ma il contatto rappresenta per noi una questione di vitale importanza e vorremmo che questa vicinanza necessaria alla comunicazione delle cose essenziali e allo svolgimento delle attività della vita quotidiana, avvenisse in sicurezza per noi e per le persone che ci aiutano». Ad affermarlo è Francesco Mercurio, presidente del Comitato delle Persone sordocieche della Lega del filo d’oro di Osimo.
Le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, così come tutte le persone che presentano patologie cronico-degenerative, pluridisabilità e, più in generale, un quadro clinico già compromesso, rappresentano una delle categorie maggiormente esposte al rischio di contrarre il Coronavirus ma sono anche più vulnerabili alle ricadute sociali derivanti dalla grave epidemia in corso. Nel 2019 l’associazione ha seguito circa 950 utenti nei diversi servizi, di cui il 7% sono persone che hanno più di 65 anni e il 3% sono bambini tra zero e quattro anni che spesso presentano un quadro clinico molto complesso.
Francesco, classe 1980, è nato cieco ed è poi diventato sordo all’età di dieci anni. In questi giorni sta vivendo una condizione di particolare difficoltà e preoccupazione dovuta alle restrizioni imposte dalle misure di contenimento del Coronavirus. «Questa situazione, difficile per tutti, mette a dura prova chi già viveva una vita difficile prima – continua -. La caratteristica di questo virus infatti è che si può trasmettere anche con il contatto delle mani e questo è atroce per chi, come noi persone sordocieche, attraverso il tatto si orienta e comunica con il mondo. Per noi avere accesso ai presidi sanitari di prevenzione è necessario per allentare la morsa dell’isolamento a cui siamo stati confinati».
Le persone sordocieche utilizzano prevalentemente il tatto per comunicare e conoscere l’ambiente circostante e in un momento in cui la raccomandazione è quella di mantenere la distanza di sicurezza, questo rappresenta per loro un ulteriore, enorme, ostacolo. Difficoltà vissute anche dai familiari delle persone con disabilità plurime che, da quando si sono viste chiudere tutti i servizi di sostegno, sono state lasciate sole a gestire situazioni estremamente complesse senza alcuna risposta. Molte delle difficoltà legate alla sordocecità, sono normalmente sopperite dalle reti: la rete dei servizi, la rete familiare, la rete amicale ed il volontariato. L’attuale emergenza ha di colpo stroncato gran parte di queste possibilità. Sono garantiti solo i servizi residenziali.
Prestando fede ai provvedimenti emanati dal Governo, sono state definite misure preventive e disposizioni organizzative per tutte le sedi della Lega del filo d’oro in Italia. A partire dal 10 marzo e fino a nuova comunicazione, i servizi residenziali erogati nei cinque centri di Osimo, Lesmo, Modena, Molfetta e Termini Imerese sono funzionanti, seppur con attività ridotta, mentre l’attività dei trattamenti a termine, dei servizi diurni e dei servizi territoriali è sospesa. Le visite sono ridotte al minimo indispensabile solo per i familiari. Rimangono attivi i servizi di supporto telefonico per continuare a garantire sostegno alle famiglie.
«Se questo è per tutti noi un momento molto duro, sono le persone che già vivevano una condizione estremamente difficile quelle che non devono essere dimenticate e confido che le istituzioni, al di là della stretta emergenza, possano dare una risposta anche a loro – dichiara il presidente Rossano Bartoli -. Mi preme rivolgere un forte ringraziamento ai nostri dipendenti incluso medici, infermieri, operatori, educatori, terapisti e psicologi nonché a tutti i collaboratori perché prestano servizio con abnegazione nei cinque centri residenziali del Filo d’oro e sono anche loro in prima linea per continuare ad assistere e curare le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali che accogliamo nelle nostre strutture».