“Un gesto di attenzione che abbiamo apprezzato.
Ci auguriamo che la consultazione odierna risulti utile ai fini della elaborazione del programma di governo”. Così le sette associazioni nazionali dei disabili riunite nella Fand (Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità) hanno commentato l’esito dell’incontro avuto oggi a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte. La federazione auspica che il colloquio possa servire a rilanciare un nuovo programma di interventi per la soluzione dei problemi di oltre 7 milioni di cittadini disabili o non autosufficienti e delle loro famiglie.
“Frammentazione degli interventi, scarsità e perenne incertezza delle risorse destinate ogni anno ai disabili rappresentano a nostro giudizio criticità inaccettabili del nostro Paese – ha spiegato Nazaro Pagano, presidente della Fand -. Abbiamo perciò chiesto l’impegno del nuovo esecutivo per restituire efficienza al nostro welfare, oramai inadeguato anzitutto rispetto ai problemi crescenti legati all’invecchiamento della popolazione e al previsto aumento delle persone non autosufficienti”.
Un documento tecnico consegnato al premier riassume in 7 punti le principali richieste della Federazione (che tutela e rappresenta oltre il 60% della popolazione con disabilità): aumento graduale delle pensioni di invalidità, ancora ferme a 285 euro al mese, partendo da coloro che si trovano in condizioni certificate di gravità e/o pluridisabilità; sviluppo di modelli occupazionali (con l’utilizzo di innovazioni metodologiche e tecnologiche) adeguati alle specifiche tipologie di disabilità; adattare strutture, sistemi didattici e formativi degli istituti di ogni ordine e grado alle specificità delle persone con disabilità; realizzare un codice unico per le disabilità per ridurre la stratificazione normativa esistente; riconoscere il ruolo centrale del caregiver familiare che sceglie di prendersi cura del proprio congiunto con disabilità, attraverso un quadro giuridico che ne riconosca i diritti e crei adeguate misure di sostegno; migliorare la mobilità ed il trasporto, eliminare tutte le barriere culturali, architettoniche, senso percettive, della comunicazione, digitali, che sono ad oggi ostacolo all’inclusione delle persone con disabilità; semplificare le procedure amministrative.