Istituto Statale sordi rischia chiusura

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Così Nidil Cgil: “Con l’insediarsi del nuovo governo, così come avviene ormai da 18 anni, sono ricominciate le infinite attese e le promesse mancate sullastabilizzazione e il riordino dell’Istituto Statale Sordi di Roma

19 dicembre 2018

L’Istituto Statale Sordi di  Roma in via Nomentana, l’unico dello Stato a occuparsi di sordità nel nostro Paese e che ha più di 200 anni, rischia la chiusura, e rischiano di andare a casa i 21 lavoratori dell’Istituto, la metà dei quali sordi. A denunciare la situazione è la Nidil Cgil, sindacato dei lavoratori  atipici: “L’Istituto Statale Sordi -si legge in una nota- eroga un servizio pubblico, ma dal 2000 non può ricevere finanziamenti pubblici: il decreto n.46152/00 ha distaccato le scuole dell’infanzia e primaria dall’Issr che, sotto la vigilanza del Miur, ha assunto così’nella prassi’ le funzioni di un centro di eccellenza sulla sordità, unico in tutto il territorio nazionale. Per realizzare appieno la trasformazione dell’Issr, tuttavia, era necessario un regolamento governativo di riordino che ne disciplinasse le funzioni e lo dotasse di una pianta organica. Questo Regolamento governativo di riordino nonè mai stato emesso”.

“È così che l’Istituto stenta a vedersi riconosciuto dallo Stato e va a fondo trascinando con sé le sorti di 21 lavoratori, metà dei quali sordi. Ventuno lavoratori che non hanno conosciuto nell’arco della loro vita professionale all’interno dell’Ente nessuna tutela: vittime di un lungo precariato e del più assordante dei silenzi, quello dello Stato”, accusa la Nidil.

“Con l’insediarsi del nuovo governo, così come avviene ormai da 18 anni, sono ricominciate le infinite attese e le promesse mancate sullastabilizzazione e il riordino dell’Istituto Statale Sordi di Roma. Sono trascorsi due mesi, infatti, da quando il ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca ha promesso un incontro con i lavoratori dell’Istituto Statale Sordi Roma e Nidil Cgil nazionale. Nonostante le numerose richieste, ad oggi non è pervenuta alcuna risposta”, prosegue la Nidil.

“Eppure, il ministero -rimarca il sindacato- ha trovato il tempo e il modo per definire nuovi interventi sull’inclusione scolastica degli alunni sordi utilizzando 6 milioni di euro dei fondi Pon a fronte della totale assenza di finanziamenti per il suo braccio operativo che, da anni, si assume l’onere di garantire corsi di didattica specializzata per studenti sordi rivolti agli insegnati. Anche in questo caso l’Issr sembra per il ministero non esistere nemmeno. Dopo 18 anni la ricetta sembra essere ancora una volta quella degli interventi una tantum. Un finanziamento strutturale dell’Ente e l’applicazione della legge Bassanini del 1997 (59/1997), tutt’ora in vigore, garantirebbero di consolidare pratiche e conoscenze per l’inclusione scolastica degli studenti sordi, ma invece pare abbia vinto ancora una volta la logica dell’emergenza e della precarietà”.

Nidil Cgil nazionale denuncia “la perdurante ‘sordità istituzionale’, richiede l’erogazione di fondi strutturali per il funzionamento dell’Ente e ribadisce con forza l’urgenza di un intervento normativo in favore dell’Issr in assenza del quale sono a rischio: le attività e i servizi erogati in tutti questi anni in favore della collettività, in particolare delle persone sorde, delle loro famiglie e degli operatori del settore socio-educativo; la copertura delle spese di ordinaria gestione; gli stipendi dei lavoratori precari, da sempre privi delle garanzie offerte dai contratti di tipo subordinato, le cui sorti più che mai in questo momento risultano legate a quelle dello stesso Istituto”.

„”A quanto pare, cambiano i governi ma nulla muta realmente e dopo 18 anni in cui non sono mai stati erogati i fondi previsti, la storia prosegue immutata. Il rischio, ormai sempre più tangibile, è la chiusura, ma la chiusura dell’Issr non causerebbe solo la perdita del lavoro per 21 persone (metà delle quali con disabilità uditiva), bensì un danno rilevantissimo per la collettività nel suo complesso e la comunità sorda in particolare: la soppressione dei molteplici servizi gratuiti e pienamente accessibili offerti da un ente dello Stato divenuto un centro di eccellenza sulla sordità, unico in tutto il territorio nazionale”, conclude la nota.“

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