Superare le barriere che impediscono ai disabili uditivi, circa cinquemila in Sardegna, di poter accedere a una vita normale, di relazione, dal rapporto con le istituzioni pubbliche al mondo del lavoro, dal tempo libero ai rapporti affettivi. E’ lo scopo della proposta di legge sottoscritta da 39 consiglieri regionali di tutti gli schieramenti.
Il primo firmatario, Cesare Moriconi (Pd), ha spiegato che “la norma intende affermare il diritto di scelta del percorso terapeutico, aprendo una nuova frontiera che, dalla cosiddetta lingua dei segni, arriva fino all’oralismo, che consente alla persona di acquisire consuetudini e capacità espressive molto ampie e sostanzialmente pari a quella di chi non ha alcun deficit auditivo”.
Quindi, ha sottolineato l’esponente dem, “si interviene puntando molto sulla prevenzione, sugli screening neonatali, sulla formazione del personale sanitario e di sostegno, sull’adeguamento delle strutture pubbliche e in generale sull’aumento della consapevolezza del fenomeno, attraverso un apposito registro regionale e una commissione sulle sordità con la partecipazione di diverse figure professionali”.
Alla presentazione della proposta ha partecipato anche Sara Gerini, la ragazza sorda che un anno fa ha lanciato la campagna “Facciamoci sentire”, nota anche per aver raggiunto i vertici della nazionale di pallavolo per atlete non udenti. Oggi ha portato la sua esperienza personale sintetizzando il suo impegno con lo slogan “una sordità, tante soluzioni”.
“Le persone con disabilità uditiva devono avere la possibilità di scegliere diversi percorsi linguistici. La legge propone un percorso che accompagna e supporta la persona sorda sin dalla nascita e dopo, con sussidi e con la tecnologia, oggi, disponibile. Tra i firmatari della proposta di legge figurano Alessandra Zedda (Fi), Gianluigi Rubiu (Udc), Piero Comandino (Pd) e Francesco Agus (Campo Progressista). Tutti hanno auspicato che il provvedimento possa essere approvato il più presto possibile, “magari prima della fine dell’anno”.